La Chiesa “non ha muscoli da esibire, ma piccole anfore da portare, anfore comunque capaci di dissetare la sete dei poveri nel corpo e nello spirito”. Le parole pronunciate dal Cardinale Bagnasco nell’omelia della Messa d’apertura del Congresso Eucaristico, giovedì sera, venerdì si fanno esperienza viva per le 46 delegazioni che, dopo aver celebrato l’Eucarestia nella Cattedrale, si riversano per tutta la città di Genova verso i luoghi in cui quotidianamente le 14 opere di misericordia spirituale e corporale si fanno vita cristiana vissuta.
Dalle carceri di Marassi e Pontedecimo agli ospedali Gaslini, Galliera e San Martino; dalle numerose mense per i poveri ai diversi centri di accoglienza per rifugiati, ragazze madri e anziani; dalle case famiglia alle comunità di recupero per tossicodipendenti: dopo la preghiera e il mandato missionario del Cardinale Bagnasco, insieme ai volontari genovesi anche i delegati di tutta Italia si recano nei luoghi dell’attenzione agli ultimi, per vivere con loro un momento di incontro e catechesi e per mettersi poi, concretamente, al loro servizio.
Nel pomeriggio, dopo l’arrivo di tutti i membri delle delegazioni dalle diocesi italiane, nelle basiliche dell’Annunziata, dell’Assunta e dell’Immacolata e nella chiesa di Santa Zita le celebrazioni penitenziali. In serata un concerto di musica sacra offerto dal coro e dall’orchestra del Teatro Carlo Felice.
Nella comunità del Ceis di Trasta smettono di scappare. Si fermano. Fanno i conti con le proprie sofferenze e le risposte sbagliate. Non è una comunità di ragazzini impasticcati. Si va dai 20 ai 50 anni.
Eva è in affidamento ai servizi sociali. E lavora: nella lavanderia della Venerabile Confraternita di misericordia di Genova, una delle realtà visitate dai delegati del Congresso eucaristico.
Accogliere significa essere capaci di costruire una comunità, fatta di legami. Ed è quello che Fondazione Auxilium sta cercando di fare a Genova al 13 di Vico Untoria.
In quello che fino al 1980 era un convento di clausura delle suore domenicane ora trovano casa le persone senza dimora, ma anche chi un'abitazione magari ce l'ha ma con la crisi ha perso il lavoro.
Quattro pesanti portoni telecomandati separano la cappella del carcere dal resto del mondo. Ma “chi ci separerà dal suo amore?”, cantavano di fronte al Santissimo i detenuti di Marassi, a Genova insieme ai delegati del Congresso eucaristico.
Tra le opere di misericordia visitate venerdì 16 settembre dai delegati al XXVI Congresso Eucaristico Nazionale a Genova anche la mensa per i poveri gestita dalle Figlie della Santa Bracelli, note come Suore Brignoline.
“Nulla più della vita vera è riabilitativo”. Non è uno slogan, ma la frase con cui Daniele Gandini ha descritto ai delegati il Piccolo Cottolengo di Don Orione, che qui a Genova è conosciuto anche come "Il Paverano".
Una realtà ai più quasi sconosciuta quella dell’Istituto delle Suore Bonaerensi di San Giuseppe, nel quartiere di Granarolo a Genova, scelta tra i luoghi di visita nella giornata delle opere di misericordia.
Monastero delle Clarisse Cappuccine del S.S. Sacramento di Genova dove si concretizza un'opera di misericordia spirituale: pregare per i vivi e i morti.