La Chiesa italiana ha sempre vissuto un’attenzione particolare verso la realtà delle persone con disabilità e della loro accoglienza nella comunità ecclesiale.
Ciò si è manifestato, tra l'altro, con la creazione, nel 1991, del
Settore per la catechesi dei disabili presso l’Ufficio Catechistico Nazionale della CEI.
In questi anni si è cercato di suscitare attenzione, interesse e sensibilizzazione verso tale realtà attraverso un’attività formativa che si è espressa nei seminari, corsi e convegni dedicati ai responsabili diocesani e di settore, relativamente a vari temi sulla disabilità e la catechesi, l’itinerario di iniziazione cristiana sacramentale, la partecipazione liturgica, l’accoglienza, l'educazione ecc...
Perché il Settore Disabili all'interno dell'Ufficio Catechistico?
Esistono alcuni validi motivi per parlare di disabili in prospettiva catechistica: il primo, e fondamentale, è che nei Vangeli emerge con chiarezza che Gesù non si limitava solamente a guarire le persone con disabilità che ha incontrato, ma che la sua preoccupazione era quella che fosse loro comunicato il Vangelo del Regno. Se Gesù si è preoccupato di comunicare il Vangelo non solo a quelli che oggi definiremmo normodotati, ma anche a quelli che con il nostro linguaggio chiamiamo persone con disabilità, è evidente che è compito della Chiesa prendersi cura di costoro in prospettiva catechistica.
Inoltre va ricordato che dei disabili la Chiesa ha parlato spesso in relazione al problema del loro accesso ai sacramenti e quindi in prospettiva catechistica.
Nel secolo scorso ad occuparsi dei disabili nella Chiesa sono stati soprattutto i catechisti. Il primo a farlo è stato Henri Bissonier nel suo “Pédagogie de résurrection” ed una delle prime iniziative del settore è stata proprio la pubblicazione del suo volume “La tua Parola è per tutti.”
È significativo che si parli di disabili nel “Documento base” (cfr.§ 127) e nel primo testo di Giovanni Paolo II sulla catechesi, l'esortazione Catechesi Tradendae (cfr. § 41). Inoltre si accenna ai fanciulli disabili nella seconda nota sull'iniziazione cristiana.
Il documento “L’iniziazione cristiana alle persone disabili”
Il documento “L’iniziazione cristiana alle persone disabili” uscito nel 2004 ad opera dell’Ufficio catechistico nazionale della CEI rappresenta un punto di maturità e di chiara consapevolezza del ruolo delle persone con disabilità all’interno della Chiesa.
Il documento non ha la pretesa di essere un sussidio teologico. Si è proposto di essere uno strumento semplice, piano ma alla portata di tutti coloro, catechisti, operatori pastorali, membri di associazione, uomini di buona volontà che nel loro percorso cristiano si lasciano interrogare dalla presenza nella Chiesa delle persone con disabilità. Chiunque in una parrocchia vuol leggere qualcosa sulla presenza e sulla accoglienza alle persone con disabilità può trovare in questo documento degli spunti di riflessione: l’obiettivo è quello di offrire a tutti, anche a chi ancora non opera nel settore, un quadro di riferimento.
Il documento indica l’accoglienza come primo impegno che la comunità cristiana deve assumersi nei confronti di ogni persona, perché ognuno possa considerarsi a pieno titolo membro della Chiesa.
I disabili e le Comunità cristiane
Le persone con disabilità non si pongono solo come destinatari del messaggio evangelico, ma annunciano a loro volta il Vangelo. La loro testimonianza svela che la fragilità, condizione intrinseca di ogni uomo, non ne limita la dignità, né la capacità di vivere il dolore e la gioia o di avere una vita priva o ricca di senso.
In questa prospettiva i disabili non sono solo oggetto di diritti ed attenzioni, ma soggetto attivo e responsabile e la loro presenza all'interno delle comunità ecclesiali può arricchire la vita della comunità ecclesiale.
La persona disabile è essa stessa evangelizzatrice; la fede di tanti disabili è testimonianza e edificazione per la Chiesa per l’immediatezza e la profondità non comune.
Dunque non esiste solo un servizio che la Chiesa porta avanti nei confronti delle persone con disabilità, ma una testimonianza dei disabili all'interno della Chiesa: l’annuncio del Vangelo, della gioia di essere stati chiamati Figli di Dio.
Una celebrazione con i disabili in ogni diocesi
Tale gioia si manifesta con chiarezza nella celebrazione domenicale. C'è una forza vitale e comunicativa nelle liturgie a cui partecipano i disabili che diviene dono e testimonianza per tutta la comunità. Dei disabili è lo spazio del bello e della gioia. Per questo dei disabili è lo spazio della liturgia.
Per questo motivo dall'ultimo convegno nazionale su catechesi e disabilità è nata la proposta di celebrare in ogni Diocesi, nella cattedrale e con il Vescovo, una liturgia esemplare con la presenza di persone disabili. Si tratterebbe di un evento importante, ma non dell’istituzione di una “giornata”, e che non intenderebbe sostituirsi alla partecipazione ordinaria delle persone con disabilità alle liturgie parrocchiali, ma che anzi ne vorrebbe indicare l'importanza e la ricchezza.
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da
Incontriamo Gesù...n. 93:
In collaborazione con le realtà diocesane, le congregazioni religiose e le aggregazioni laicali che operano in questo ambito, il settore per la Catechesi delle persone disabili si propone di stimolare nella comunità ecclesiale e nelle diverse realtà sociali la sensibilizzazione e la cura pastorale, la formazione di catechisti e l’ideazione di strumenti adeguati ai vari ambiti di disabilità motoria, intellettiva e sensoriale. All’interno di questi obiettivi, il tema dell’inclusione ha un’importanza rilevante ed è tra i compiti principali delle Chiese locali in ordine alla presenza ordinaria delle persone disabili e delle loro famiglie nella vita pastorale e, specificamente, all’interno dei percorsi catechistici. In tal modo si intende favorire la realizzazione di esperienze di educazione religiosa delle persone disabili considerate non più per il loro limite, bensì per le loro potenzialità anche in ordine alla testimonianza di fede.
da Incontriamo Gesù...n. 56:
Un’attenzione particolare, ormai consolidata nelle Chiese che vivono in Italia, è svolta dal Settore per la catechesi per le persone disabili. Tutti i cristiani, in virtù del battesimo ricevuto, sono testimoni e annunciatori della fede nella vita quotidiana sia pure nei momenti di difficoltà e nonostante le limitazioni fisiche, intellettive e sensoriali.
Va rafforzata e diffusa la cura di percorsi catechistici inclusivi per persone che presentano disabilità fisiche, psichiche e sensoriali, assicurando nel contempo che possano realmente partecipare alla liturgia domenicale e testimoniare, attraverso la loro condizione, il dono e la gioia della fede e l’appartenenza piena alla comunità cristiana.
Per ulteriori approfondimenti
Incontriamo Gesù, in riferimento specifico alle persone con disabilità:
I capitolo: nn. 10, 12, 17, 26.
II capitolo: nn. 36, 41, 46.
III capitolo: nn. 54, 55, 56.
IV capitolo: nn. 67, 71, 72, 73, 79, 88, 89, 90, 93.