18 febbraio
Mercoledì delle Ceneri   versione testuale

Con il digiuno quaresimale
tu vinci le nostre passioni, elèvi lo spirito,
infondi la forza e doni il premio,
per Cristo nostro Signore.
Prefazio di quaresima IV, i frutti del digiuno
 
 
La quaresima inizia il mercoledì che precede la Prima domenica, perché siano effettivamente quaranta i giorni di penitenza – essendo esclude dal suo computo le domeniche. Questo giorno è caratterizzato dal digiuno, come il Venerdì santo, e dall’imposizione delle ceneri benedette. Il rito che era riservato ai pubblici penitenti i quali, ricevuta l’indicazione del vescovo del cammino da seguire, erano cosparsi di cenere e dopo la benedizione erano esclusi dalla Chiesa fino al mattino del giovedì santo. Tutta la Chiesa condivide ora questo gesto, perché necessita di conversione e perché è compagna di chi è peccatore.
 
Dice il Direttorio di liturgia e pietà popolare:
125. L’inizio dei quaranta giorni di penitenza, nel Rito romano, è qualificato dall’austero simbolo delle Ceneri, che contraddistingue la Liturgia del Mercoledì delle Ceneri. Appartenente all’antica ritualità con cui i peccatori convertiti si sottoponevano alla penitenza canonica, il gesto di coprirsi di cenere ha il senso del riconoscere la propria fragilità e mortalità, bisognosa di essere redenta dalla misericordia di Dio. Lontano dall’essere un gesto puramente esteriore, la Chiesa lo ha conservato come simbolo dell’atteggiamento del cuore penitente che ciascun battezzato è chiamato ad assumere nell’itinerario quaresimale. I fedeli, che accorrono numerosi per ricevere le Ceneri, saranno dunque aiutati a percepire il significato interiore implicato in questo gesto, che apre alla conversione e all’impegno del rinnovamento pasquale.
 
Il rito dell’imposizione delle ceneri può esser proposto o durante la Messa o in una liturgia della Parola conclusa con la preghiera dei fedeli. Perché il rito possa emergere nella sua profondità non si aggiungano altri gesti o sottolineature.

Per tutta la quaresima, l’aula liturgica della chiesa deve essere sobria e austera, come anche la musica ed il linguaggio adottato per le prese di parola ed i gesti rituali. Siano valorizzati la croce, l’ambone e l’altare. Si preveda un uso crescente dell’illuminazione dell’aula. Per il Mercoledì delle ceneri si potrebbe curare il legame tra le ceneri stesse i gli ulivi della domenica delle Palme, bruciando i quali sono state ottenute.
Si scrivano monizioni brevi e dense, che si potrebbero leggere prima del canto d’inizio, prima dell’acclamazione al vangelo e del rito delle ceneri. Seguono degli esempi:

prima del canto d’inizio o dopo il saluto liturgico
Per quaranta giorni durò il diluvio, per quaranta giorni Mosè restò sul Sinai, per quarant’anni il popolo liberato dall’Egitto camminò nel deserto, per quaranta giorni Elia marciò verso il monte del Signore, quaranta sono i giorni che il richiamo di Giona concede a Ninive, quaranta giorni il tempo in cui Gesù digiunò e fu tentato nel deserto. Iniziamo anche noi questo cammino di vera conversione. Non vivremo l’atto penitenziale come di consueto, sostituito dal rito delle ceneri e sospenderemo il canto gioioso del Gloria e dell’alleluia.
Si omette l’atto penitenziale, perché è sostituito dal rito di imposizione delle ceneri.
 
Prima del rito delle ceneri
Le ceneri che ora saranno benedette e riceveremo provengono dai rami d’ulivo che la domenica delle Palme abbiamo usato. La cenere della quaresima proviene dalla Pasqua. La polvere di Adamo, priva dello Spirito di Dio torna cenere: la nostra vita è limite, povertà, peccato. Le riceviamo però come richiesta di nuova vita, di Spirito che ci prepari alla nuova Pasqua.
 
Si suggerisce da oggi e per tutta la quaresima l’adozione della preghiera universale in modo che la risposta orante sia silenziosa. Chi propone le intenzioni deve essere preparato per sostenere questo silenzio orante e l’assemblea deve poterne cogliere il senso e la bellezza.
Cf. OGMR n. 71: “Le intenzioni si leggono dall’ambone o da altro luogo conveniente, da parte del diacono o del cantore o del lettore o da un fedele laico. Il popolo invece, stando in piedi, esprime la sua supplica con una invocazione comune dopo la formulazione di ogni singola intenzione, oppure pregando in silenzio.”

Se si preferisse mantenere la forma litanica delle preghiere, si suggerisce di adottare l’invocazione (cantata) del “Signore pietà” (Kyrie eleison), spiegandone il significato non per forza limitato alla richiesta di perdono.

Tra gli avvisi, sobriamente offerti dopo la preghiera post communio, si potrebbe richiamare l’occasione di iniziare un tempo di penitenza anche con il sacramento della Riconciliazione. Si potrebbe, in merito, riprendere la sua opportunità nella stampa parrocchiale o locale, o lasciando al fondo della chiesa delle schede catechetiche e divulgative che ne richiamino il valore. Ci si può ispirare al Catechismo della Chiesa Cattolica nn. 1440-1498.
Si può adottare la benedizione solenne per la Quaresima (Messale romano p. 431).