Beato Angelico, Annunciazione (particolare), Museo di San Marco, 1442 ca., Firenze.
Beato Angelico, Annunciazione (particolare), Museo di San Marco, 1442 ca., Firenze.

PRESENTAZIONE

Risuonerà ancora nel cuore del prossimo Avvento la parola potente dell'Apostolo Paolo: «Siate sempre lieti, pregate ininterrottamente, in ogni cosa rendete grazie».
(1Ts 5,16-18)

Un invito che appare paradossale oggi, in un mondo così segnato da contraddizioni e violenze; ma non era in effetti molto più pacifico il mondo antico, in cui Gesù venne alla luce.
Noi riascolteremo nella notte di Natale le parole degli Angeli: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama» (Lc 2, 14).

La "grande gioia" che essi proclamano ai pastori poteva certamente sembrare fuori luogo nella Palestina, già allora segnata da odio e contrapposizioni; tuttavia i pastori accolgono il messaggio e si muovono ad incontrare il bambino, sanno gustare quella gioia sorprendente.
Sapremo muoverci noi in questo Avvento incontro alla venuta di Cristo? Sapremo accogliere quella gioia che Lui solo ci offre, e che ci è stata richiamata da Papa Francesco nell'Evangelii gaudium? Sapremo noi stessi diventare evangelizzatori, annunciatori?
Ci rendiamo conto che si tratta, nella sua profondità, di un problema di discernimento, di riconoscimento. Tra i segnali contraddittori e confusi, lo Spirito Santo invita a riconoscere la rotta tracciata da Dio. In quello che potrebbe apparire, ad uno sguardo distratto o pessimista, un campo pieno di erbe cattive, lo Spirito aiuta a riconoscere il grano buono, il Regno di Dio che cresce.