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 Ufficio Nazionale per la pastorale delle vocazioni - News - 2016 - I seminaristi in Italia 
I seminaristi in Italia   versione testuale
Inchiesta

I seminaristi in Italia: un viaggio lungo la penisola (prima parte)
di Riccardo Benotti, Sir 26 Aprile 2016

Parte con un approfondimento sui seminaristi di Sicilia e Sardegna un’inchiesta a più puntate che percorre l’Italia, da Palermo a Milano, per scoprire le risorse e indagare le crisi che stanno dietro ai numeri. Sono 2.753 i seminaristi della Chiesa italiana, censiti al 31 dicembre 2014. Nell’arco degli ultimi dieci anni rilevati, la flessione a livello nazionale è stata pari a circa il 14 per cento.
I decessi di sacerdoti sono stati 736 nel 2004 e 666 nel 2014, mentre gli abbandoni si sono mantenuti, più o meno costanti, attorno ai 40 annui. A ciò si aggiunga il numero delle ordinazioni, passate da 454 a 405 (-12 per cento), e il totale dei sacerdoti diocesani, scesi da 33.684 a 32.174 (-4,7 per cento). Nel complesso, la diminuzione di seminaristi è una realtà accertata ma il sistema generale del clero italiano poggia ancora su basi solide. Se fossero riuniti tutti insieme sotto un’unica volta, riempirebbero la chiesa barocca di Sant’Ignazio di Loyola a Roma. Sono i 2.439 seminaristi della Chiesa italiana, censiti al 31 dicembre 2014. Numero che sale a 2.753 se si tiene conto dell’Ordinariato militare (13) e della prelatura della Santa Croce e Opus Dei (311). Ma è vero che i seminari d’Italia si stanno svuotando e che non ci sono più nuove vocazioni? Le statistiche aiutano a comprendere la tendenza in atto, che si presenta con caratteristiche differenti in base alle Regioni.

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Cosa accade in Puglia,  Basilicata, Calabria, Campania, Abbruzzo-Molise (seconda parte)

di Riccardo Benotti, Sir 3 Maggio 2016
Prosegue l’inchiesta a più puntate sulla realtà dei seminari in Italia. Sono 1.091 gli studenti in formazione nel Mezzogiorno, che corrisponde a circa la metà del totale (44,7 per cento) includendo Sicilia e Sardegna. A livello nazionale, dunque, il Sud si pone numericamente al primo posto come forza di rinnovamento del clero. Vediamo cosa accade nel Pontificio Seminario Regionale di Molfetta (Puglia), Seminario Maggiore Interdiocesano di Basilicata, Pontificio Seminario Teologico Regionale di Catanzaro (Calabria), Pontificio Seminario Interregionale Campano e Pontificio Seminario Regionale "San Pio X" di Chieti (Abruzzo-Molise).  Il Mezzogiorno contribuisce alla formazione di circa la metà dei seminaristi in Italia (44,7 per cento) includendo le due Isole, che da sole partecipano con il 13,3 per cento degli studenti. A livello nazionale, dunque, il Sud si pone numericamente al primo posto come forza di rinnovamento del clero.
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I seminaristi al Centro Italia: rapporto con i laici e difficoltà nella formazione permanente. Lazio, Umbria, Marche e Toscana (terza parte)
di Riccardo Benotti,  Sir 8 maggio 2016
È un focus sulla realtà dell'Italia centrale il tema al centro della terza puntata dell'inchiesta sui seminari. Sono 465 gli studenti in formazione, ovvero il 20 per cento circa del totale nazionale. Entriamo tra le mura del Pontificio Collegio Leoniano di Anagni (Lazio), il Pontificio Seminario Regionale Umbro “Pio XI” di Assisi, il Pontificio Seminario Regionale Marchigiano “Pio XI” ad Ancona e il Seminario Maggiore Arcivescovile di Firenze (Toscana). Dall'invito a considerare i laici corresponsabili alla richiesta di maggiore vigilanza nell'accesso al sacerdozio
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I seminaristi di Emilia Romagna, Piemonte, Liguria, Lombardia e Triveneto sono le cinque regioni ecclesiastiche del Nord Italia che complessivamente annoverano 883 seminaristi, ovvero il 36 per cento del dato nazionale (quarta parte)
di Riccardo Benotti, Sir 10 maggio 2016

Emilia Romagna: preti popolari che sappiano entrare in dialogo con chi la pensa diversamente, capaci di accoglienza interculturale e di corresponsabilità con i laici. Al Pontificio Seminario Regionale “Benedetto XV” di Bologna si formano i nuovi sacerdoti dell’Emilia Romagna (130 seminaristi nel 2014). 
 “Desideriamo che i futuri presbiteri sappiano intercettare lo spirito religioso profondo presente nel cuore della nostra gente, vincano o attenuino le rigidezze, abbiano cura della vita interiore e siano in grado di adattarsi a situazioni diverse in previsione di un ministero plurimo e non adeguatamente tutelato”.
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