Chiesa Cattolica » CEI » Uffici e Servizi Pastorali
ChiesaCattolica.it
ACCESSO RAPIDO NAVIGATORE Criteri di Accesso Rapido
Torna alla home
 Servizio Informatico - Attività - Convegni - Chiesa in rete 2.0 - Comunicazione - Rassegna stampa - Le istruzioni dei vescovi nell'era 2.0 

Le istruzioni dei vescovi nell'era 2.0   versione testuale

Repubblica - 19 gennaio 2009


"Il fedele sia riconoscibile in Rete"
Il direttore dell'Ufficio nazionale Comunicazioni Sociali e portavoce Cei, don Domenico Pompili: "E' giusto continuare a contrapporre il virtuale al reale?"
 
CITTA' DEL VATICANO - "In che modo è possibile avere in Rete una fisionomia riconoscibile senza per questo assumere linguaggi scontati o peggio indecifrabili?". A porsi questa domanda è il direttore dell'Ufficio nazionale delle Comunicazioni sociali e portavoce della Cei, don Domenico Pompili, che ha aperto oggi a Roma il convegno nazionale "Chiesa in rete 2.0" promosso insieme al Servizio Informatico della Chiesa Italiana. Un modo per invitare i cattolici a rendersi riconoscibili sul web in un momento in cui Google, e a breve anche YouTube, iniziano una stretta collaborazione con la Chiesa.
"Non vi è dubbio - rileva don Pompili - che è cresciuto il rapporto con la Rete, ma la domanda resta: come dobbiamo essere noi stessi, fino in fondo, senza per questo assumere uno stile linguistico desueto, quando non tautologico, cioè ripetitivo?". Per don Pompili, i responsabili dei siti internet delle diocesi e delle altre realtà cattoliche debbono prosi anche altre domande: "E' giusto continuare a contrapporre il virtuale al reale? E, d'altra parte, in che modo le due esperienze, obiettivamente diverse, possono integrarsi?".
"Ci sono in giro difensori entusiasti del virtuale che tendono a minimizzare il suo impatto - sottolinea il l'esponente vaticano - così come vi sono ostinati detrattori del virtuale che vorrebbero descriverlo necessariamente come antitesi all'umano". Un altro interrogativo riguarda il "nuovo individualismo che cresce": "In che modo questo individualismo interconnesso ridisegna il territorio umano e, dunque, la dinamica relazionale?". Ma la questione centrale "è quella che si muove tra identità e linguaggi".
In questi anni, ricorda il sacerdote, "non sono mancati pertinenti pronunciamenti da parte del Magistero. Ultimo in ordine di tempo, l'annunciato messaggio per la prossima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali (Nuove tecnologie, nuove relazioni. Promuovere una cultura di rispetto, di dialogo, di amicizia) che lascia chiaramente immaginare - e in modo dichiaratamente pro-positivo - che in questo ambito si gioca una partita importante dell'umano".
 
"Siamo ormai al tempo del Web 2.0", ha spiegato ancora il direttore dell'Ufficio Comunicazioni Sociali della Cei. Ossia "siamo giunti alla realizzazione di un 'reale universo virtuale', non necessariamente alternativo al mondo fisico reale. Era dunque tempo di rivedersi, anche se solo dopo pochi anni, ma quasi un'era geologica in questo ambito".
"Noi non siamo dei "digital native", come tutti i bambini che sono nati dopo la diffusione di internet, in pratica i nostri teenager. Noi siamo probabilmente le ultime generazioni dell'era Gutemberg, appunto degli "immigranti digitali", perché non siamo nati in una società multischermo e non siamo cresciuti, alimentandoci a questa nuova modalità di "fare esperienza", che plasma l'intelligenza e orienta la stessa dinamica affettivo-relazionale". Questa, ha chiarito don Pompili, la "consapevolezza" con cui "faremo il punto" sul "web 2.0".
Ai partecipanti al convegno "Chiesa in rete 2.0", il direttore dell'Ufficio Cei ricorda infine che ciò che "potrebbe essere uno svantaggio - e in parte tale rimane - potrebbe però rivelarsi, a ben guardare, un vantaggio per entrare in maniera più critica e avvertita dentro un mondo decisivo". Secondo Pompili, "proprio la condizione di immigranti digitali aiuterà a valutare meglio questa nuova condizione", confermando che "essere davvero contemporanei richiede una sorta di distanza dall'oggetto, senza lasciarci appiattire su di esso".
In questi giorni è stato anche inaugurato Cathoogle, un motore di ricerca tutto dedicato ai cattolici. E importanti novità riguardano anche YouTube: grazie a un accordo con la Santa Sede, il più popolare sito di video sharing ospiterà discorsi, omelie e interventi del Papa. L'iniziativa, promossa dal Centro televisivo vaticano e dalla Radio Vaticana, sarà annunciata venerdì prossimo, in occasione della presentazione del messaggio del Papa per la 43esima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali.
 
Copyright © 2008 Servizio Informatico - Credits