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IV CONVEGNO ECCLESIALE NAZIONALE "Testimoni di Gesù Risorto, speranza del mondo"
 La Chiesa di Verona - Testimoni di speranza - Altri testimoni 
Altri testimoni   versione testuale




L’elenco dei testimoni di speranza della chiesa veronese si arricchisce anche di altri nomi, a testimonianza dei grandi doni che lo Spirito ha elargito alla chiesa in riva all’Adige.

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don Pietro Leonardi, (1769- 1844)

La sua carità si rivolse in particolare agli  ammalati. Per questi fondò la “Sacra Fratellanza dei preti e Laici ospedalieri”, e per gli orfani “l’asilo dei raminghelli”. Nel 1812 fondò L’istituto “Figlie di Gesù, donne consacrate a Dio” con il preciso carisma di istruire ed educare le ragazze povere dei sobborghi della città.

 

Don Nicola Mazza ( 1790.-1865)

Fondò nel 1828 l’istituto femminile don Mazza dove venivano  accolte ragazze povere in un ambiente familiare gestito da “cooperatrici”. Nel 1832 fondò l’istituto maschile  dove accolse ragazzi con spiccate doti intellettive, ma privi di mezzi economici per studiare. Grande fu in lui  il desiderio di portare il vangelo “fino ai confini della terra”; il seme missionario gettato dal Mazza diede buon frutto perché fu raccolto e sviluppato da un suo allievo: Daniele Comboni.

 

Leopoldina Naudet (1773 – 1834)

Fiorentina di nascita, con le “Dilette di Gesù”, istituto al quale apparteneva, si trasferì a Verona collaborando con Maddalena di Canossa. Sotto la guida di s. Gaspare Bertoni, fondò la congregazione delle Sorelle della Sacra Famiglia, Istituto che assunse sin dall’inizio le finalità della missione educativa nei confronti delle ragazze povere, la loro formazione spirituale e la catechesi.

 

Teodora Campostrini. (1788-  1860)

Appartenente ad un nobile casato di Verona, iniziò da subito a dedicarsi ai poveri con una scuola gratuita per le bambine e la distribuzione di cibo nella sua abitazione. Nel 1821 trasferì la sua attività in via S. Maria in Organo, dove tutt’ora ha sede la congregazione da lei fondata: le Sorelle Minime della Carità di Maria Addolorata. Contemplazione e impegno apostolico il loro carissima, tanto che Teodora stessa  definì le sue suore  “le contemplative nell’azione”.   

 

Don Antonio Provolo. (1801- 1842)

Esperto compositore di musica sacra, si avvicinò al mondo dei sordomuti, emarginati tra gli emarginati nella società del suo tempo, studiando per loro tecniche di apprendimento del  linguaggio.

Seguendo il principio di “dare la parola con la parola stessa”, don Provolo fu precursore dei moderni principi di  musicoterapia. Offrì ai sordomuti anche formazione morale e religiosa.  Estese poi la sua opera alle sordomute, contando  sull’appoggio di una valida collaboratrice: Fortunata Gresner.

 

Carlo Steeb (1773 –1856)

Di origine luterana, arrivò a Verona per seguire gli  affari della sua facoltosa famiglia. Qui abbracciò la religione cattolica divenendo sacerdote nel 1796. Collaborò con Leonardi nell’ assistenza dei malati, si dedicò al “Ricovero” uno dei primi ospedali della città di Verona. Maturò l’idea di fondare un istituto dedito alla cura degli infermi. L’incontro con Luigia Poloni  fu determinante. La loro attenzione si allargò  anche ad altre situazioni di disagio, alla cura dei bambini abbandonati e degli orfani.  Fu fondatore dell’istituto Sorelle della Misericordia.

 

Zefirino Agostini (1813 – 1896)

Fu per molti anno parroco di S. Nazaro e Celso. Lo chiamavano “il facchino di Dio” per la sua disponibilità e servizio. Vide l’urgenza della formazione soprattutto per la gioventù femminile. Alle giovani, nell’oratorio parrocchiale, parlava con insistenza di Sant’ Angela Merici, che lo affascinava per la vita e Le opere compiute. Alcune ragazze scelsero di diventare “Sorelle devote di s. Angela” impegnandosi in attività a favore delle bambine e dei bisogni. Nacque così il primo nucleo delle Orsoline Figlie di Maria Immacolata, oggi sparse in tutto il mondo.

 

Giuseppe Baldo (1843-1915)

Per 38 anni fu parroco a Ronco all’Adige, divenendo protagonista della vita sociale di questo paese. Don Baldo diede vita a numerose iniziative: un asilo, una scuola, un ospedale, una banca, una lega di lavoratori. Difese i diritti dei lavoratori perché vedeva nell’operaio “i tratti luminosi della somiglianza con Dio”. Nel 1894 fondò l’istituto delle  Piccole Figlie di San Giuseppe.

 

Filippo Bardellini (1878- 1956)

Nel 1901 entrò a far parte della congregazione di S. Filippo Neri. Accolse nella casa paterna un gruppo di ragazze che, pur rimanendo “nel mondo”, volevano vivere una vita di contemplazione, sullo stile della famiglia di Nazareth. Diede  vita in questo modo, nel 1921,  all’istituto “Poverette della casa di Nazareth”, che si rivolgeva a quanti non trovano in famiglia adeguato aiuto o sostegno: orfani, malati di mente, minorati psichici. A fianco al ramo femminile, nel 1937, sorse il ramo maschile dell’Opera. 

 

Giovanni Ciresola (1902- 1987)

Ebbe una vita semplice, vissuta nel servizio, segnata dalla grande povertà in giovinezza e dalla sofferenza dovuta alla malattia nell’età adulta. Coltivò con gran determinazione l’idea di farsi sacerdote, guidato da don Giovanni Calabria di cui fu fedele discepolo. Parroco prima a Cencello, poi del paese di Poiano diede vita ad un cenacolo sacerdotale, punto di riferimento per i sacerdoti che continuando a vivere in parrocchia avevano modo di incontrarsi per coltivare l’amicizia e trovare sostegno nella loro vita spirituale. Molte giovani trovarono in lui una guida spirituale: le sue “figlie” costituirono il primo nucleo della congregazione delle Povere ancelle del preziosissimo sangue-cenacolo della carità.




 
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