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 Sussidio Avvento-Natale 2011 - III Domenica, 11 dicembre - Suggerimenti per la Catechesi dell'I.C. dei fanciulli e dei ragazzi 
Suggerimenti per la Catechesi dell'I.C. dei fanciulli e dei ragazzi   versione testuale
Non è secondaria la presenza e il ruolo del Battista nel prologo giovanneo. Il contesto richiama come questa funzione di testimoniare la luce sia ancora in atto. E’ il ruolo e il compito del catechista segno della testimonianza continuata della Chiesa resa al Signore della vita. Sulla credibilità del testimone si gioca molto della trasmissione della fede. La figura di Giovanni Battista nel primo capitolo di Giovanni, ci suggerisce la necessità che il testimone abbia comprensione della sua identità e della missione alla quale è chiamato. Come il Battista non agisce per iniziativa personale, ma è segno di un disegno d’amore di Dio per l’uomo, così anche il catechista non agisce in nome proprio, ma come mandato dalla comunità cristiana ad accompagnare nuovi fratelli e sorelle all’incontro con il Signore Gesù.
Il Battista sa chi è, ha un’esatta comprensione di se e del suo ruolo; questa è la prima condizione che gli permette di essere un vero testimone: il Battista non parte da ciò che è ma da ciò che non è: “io non sono il Cristo”. Egli sa che deve mandare e orientare le persone ad un altro, Gesù che è già presente, ma che deve essere conosciuto. Questo è il compito del catechista - testimone: indirizzare a colui che è la luce vera e non legare a sé le persone. Ancora oggi continua la testimonianza della Chiesa, attraverso tanti uomini e donne che indicano Gesù.
Il catechista nel suo compito di testimone è invitato a proporre la luce vera, eliminando le distrazioni delle luci artificiali o colorate che non danno senso alla nostra esistenza.Accompagnando le persone ad uscire dalle molteplici sensazioni disturbanti e dal buio del non senso che spesso produce il tempo odierno.
Quando annunciamo il Vangelo noi rischiamo, senza rendercene conto, di non restarne i primi destinatari. Tutto avviene come se, essendoci noi appropriati completamente del Vangelo, non ci restasse altro che trasmetterlo agli altri. La pretesa di sapere, la tentazione del potere possono accecare. Noi tutti conosciamo certe prassi pastorali che, anche se condotte in nome del Vangelo, respirano più l’aria della conquista, la volontà di potere o la nostalgia del passato che la Buona Notizia stessa. Da qui, l’importanza di rimanere e sentirsi sempre incessantemente destinatari della Parola di Dio. Di conseguenza, la prima domanda che deve rivolgersi la comunità cristiana non è sapere “Come annunciare la Parola di Dio”, ma piuttosto “Cosa dice oggi a me questa Parola”. Solo così sarà comprensibile che la Bibbia, come testo ispirato donato da Dio alla Chiesa e agli uomini, abbia all’interno del processo di annuncio del Vangelo una funzione dina­mica, che non è assolutamente surrogabile. Non si può pensare che le Scritture siano semplicemente una norma esterna della verità dei contenuti comunicati nell’evangelizzazione, ma esse devono venire investite come forza attiva eccezionale all’interno del circuito della proclamazione. Significa far emergere la Bibbia come parola viva, efficace e tagliente (cf Eb 4,12).
 
 
Suggerimenti per il catechista
 
- suscitare il desiderio di orientare la propria vita a Gesù, facendo spazio alla sua Parola.
- Proporre un momento di incontro con dei testimoni.
 
Parola chiave: testimonianza
 
CdA, La Verità vi farà liberi, nn. 559-564