Diocesi in rete
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La Chiesa presenza incisiva nella «rete»
Fonte: Avvenire
DA ROMA STEFANIA CAREDDU
Comunicare in un mondo in continua trasformazione nell’orizzonte dell’educazione e del confronto con le istanze culturali odierne. È questa la sfida che la Chiesa italiana ha focalizzato e intende affrontare. «Siamo chiamati ad essere non solo vetrine virtuali, ma presenze incisive nel nuovo contesto dei social network», ha affermato Claudio Giuliodori, vescovo di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia e presidente della Commissione episcopale per la cultura e le comunicazioni sociali, concludendo i lavori del Seminario di studio
Diocesi in rete promosso dall’Ufficio nazionale per le Comunicazioni sociali (Uncs) e dal Servizio informatico della Cei, che ha riunito a Roma oltre 200 persone, impegnate negli staff redazionali e informatici delle diocesi.
Alla Chiesa italiana servono dunque coraggio e determinazione, nella consapevolezza della potenza del suo messaggio e della necessità di stare al passo con le modalità tipiche del digitale. «I social network – ha spiegato Giuliodori – costituiscono un nuovo paradigma della vita sociale, una nuova agorà, una moderna rappresentazione del cortile dei Gentili dove dobbiamo imparare a muoverci». «Se la rete è così importante, è chiaro che la testimonianza della fede implica la capacità di fare cultura con e nella rete», ha ricordato il vescovo. Proprio nella prospettiva concreta del Progetto Culturale, ha sottolineato, occorre «posizionarsi come interfaccia, come provocazione culturale in un mondo che si trova davanti a domande inquietanti alle quali spesso non sa dare risposte ». Tenendo ben presente che «la nuova frontiera del digitale porta in primo piano la questione della multimedialità ». Diventa così strategico «fare sinergia ». In quest’ottica, il Seminario ha offerto una serie di stimoli e di indicazioni - raccolti in un Vademecum che è stato consegnato a tutti i partecipanti per migliorare l’efficacia dei siti internet diocesani. A partire dalla progettazione per arrivare alla gestione e all’aggiornamento, con un’attenzione all’accessibilità, alla qualità, all’usabilità e contemporaneamente alla redazione dei contenuti informativi. «È fondamentale imparare a veicolare i nostri messaggi: abbiamo tanta vita vissuta e tante informazioni, ma bisogna declinare le istanze della fede in linguaggi e forme nuove», ha ribadito Giuliodori. Per far in modo, come ha riassunto don Ivan Maffeis, vicedirettore dell’Uncs, che «i nostri siti restino porte chiuse».
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