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 OSSERVATORIO GIURIDICO LEGISLATIVO - aree tematiche - Gender/orientamento sessuale - Introduzione dell'educazione di genere nelle scuole 
Introduzione dell'educazione di genere nelle scuole   versione testuale
9 ottobre 2017
Il 28 settembre scorso la VII Commissione (Cultura, scienza e istruzione) della Camera dei deputati ha ripreso l’esame del testo unificato (n. 1230 e abb.), elaborato dal Comitato ristretto, che prevede l’introduzione dell'educazione di genere nelle attività didattiche delle scuole del sistema nazionale di istruzione.
Questo provvedimento si inquadra nell’ambito delle iniziative volte a dare attuazione all’art. 1, comma 16, della legge 107/2015 di riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione, cosiddetta “Buona scuola”, la quale prevede che: “Il piano triennale dell’offerta formativa assicura l’attuazione dei principi di pari opportunità, promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l’educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni …”.  Ciò al fine di informare e sensibilizzare gli studenti, i docenti e i genitori sulle tematiche della violenza di genere (indicate dall’art. 5, comma 2, del decreto-legge 14 agosto 2013, n. 93, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 ottobre 2013, n. 119).
Si segnala che in materia il Ministero dell’istruzione sta lavorando alla stesura di linee-guida che “saranno utili a monitorare e supportare le scuole nelle azioni previste dal comma 16 dell’art 1 della L. 107/2015, anche verificando l’attuazione del piano straordinario contro la violenza sessuale e di genere, esclusivamente per la parte di competenza dell’istruzione.”
Il testo unificato n. 1230 e abb., adottato lo scorso 7 febbraio come testo base per il prosieguo del dibattito, prevede l’integrazione dei curricola scolastici di ogni ordine e grado dell’educazione “interdisciplinare ai principi di pari opportunità, all’educazione alla parità tra i sessi e al rispetto delle differenze di genere, all’educazione socio-affettiva, alla soluzione non violenta dei conflitti interpersonali, alla prevenzione della violenza e di tutte le discriminazioni e al contrasto dei discorsi di odio”, al fine di acquisire non meglio precisate “competenze socio-affettive e di genere” che coinvolgono “le dimensioni cognitiva, dei valori e degli atteggiamenti”.
Fumoso e ambiguo appare anche il secondo comma del testo, laddove nell’indicare i compiti del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, si precisa che dovrà adottare un decreto e gli ulteriori provvedimenti necessari per includere nelle indicazioni nazionali delle scuole “i contenuti e le modalità tematiche delle pari opportunità, dell'educazione alla parità tra i sessi e alle differenze di genere, dell'educazione socio-affettiva, della soluzione non violenta dei conflitti interpersonali, della prevenzione della violenza e di tutte le discriminazioni e del contrasto dei discorsi di odio”.
Perplessità suscita poi l’art. 3, dove si afferma che il piano per l’educazione socio-affettiva e di genere “è volto allo sviluppo delle competenze socio-affettive e di genere attraverso la promozione di cambiamenti nei modelli comportamentali, l’eliminazione di stereotipi, pregiudizi, costumi, tradizioni e altre pratiche socio-culturali fondati sulla discriminazione delle persone in base al sesso.” Questo piano prevede misure, tempi dedicati e contenuti di carattere interdisciplinare, disciplinare, laboratoriale, curricolare ed extracurriculare rivolti agli alunni e alle alunne, agli studenti e alle studentesse. Si prevedono anche il coinvolgimento delle famiglie e del personale non docente nell’attuazione di misure, tempi dedicati e contenuti e la nomina tra i docenti di un referente dell’educazione socio-affettiva e di genere, con il compito di promuovere azioni e iniziative mirate al rispetto e all’applicazione nel sistema educativo dei valori dell’uguaglianza dei diritti tra uomini e donne, in collaborazione con figure e con organismi di parità del territorio preposti alle politiche per le pari opportunità e con le università.