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RomaDialogo tra culture e cattiva informazione
“Il dialogo interculturale è una bellissima opportunità da coltivare e vivere nella realtà quotidiana, incontrando ed accogliendo le persone che sono intorno noi. A volte i mezzi di comunicazione offrono una visione parziale o distorta delle comunità di immigrati che sono nel nostro Paese. Questo, purtroppo, contribuisce ad alimentare muri e pregiudizi e non favorisce il dialogo tra le persone”.
E’ il messaggio lanciato giovedì 3 marzo da Carlo Climati, giornalista e scrittore, in una conferenza all’Università Europea di Roma nell’ambito del Master per l’educazione, l’inclusione e l’interazione in contesti interculturali.
“Il mondo che ci viene mostrato attraverso alcuni mezzi di comunicazione – ha spiegato Carlo Climati – non sempre corrisponde alla realtà. Troppo spesso si insiste su notizie negative e non si valorizza l’enorme contributo positivo che gli immigrati stanno dando al nostro Paese, anche nei gesti più semplici della vita quotidiana. Pensiamo, solo per fare un esempio, alle comunità musulmane che operano per costruire un’autentica cultura di pace sul nostro territorio. Pensiamo all’impegno costante di tante badanti che si prendono cura degli anziani, diventando persone di famiglia. Pensiamo a chi apre un’attività commerciale e crea posti di lavoro, dialogando ogni giorno con la gente in pieno spirito di amicizia.
C’è un mondo bellissimo, silenzioso, che sembra quasi non fare notizia. Certi mezzi di comunicazione lo ignorano e preferiscono soffermarsi sui rari gesti isolati di qualche estremista o sulla paura del terrorismo”.
“Per questa ragione – ha continuato Carlo Climati – è importante fare uno sforzo per liberarci dai pregiudizi alimentati da alcuni mezzi di comunicazione. Si può scoprire la bellezza del dialogo interculturale partendo dalla vita di tutti i giorni. E quindi, dalla realtà. Stringendo la mano alle persone che provengono da Paesi diversi, ma che condividono i nostri stessi sogni.
Incontrando la gente vera si può conoscere davvero la realtà e percorrere insieme la strada di un autentico dialogo. Non dobbiamo subire passivamente i messaggi distorti che, a volte, provengono da una cattiva informazione. Oggi tutti noi, se vogliamo, possiamo essere attivi ed utilizzare i mezzi di comunicazione per diffondere buone testimonianze. Abbiamo la possibilità di andare su internet e di intervenire su blog, social network e sulle pagine web delle testate giornalistiche più importanti. Possiamo cercare di impegnarci per raccontare storie di vita e di dialogo, che favoriscano la conoscenza reciproca e contribuiscano ad abbattere la non-cultura del sospetto nei confronti degli immigrati”.
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