«Questi è il figlio mio, l’amato: ascoltatelo»  - Liturgia - 14 maggio - V domenica di Pasqua 

14 maggio
V domenica di Pasqua   versione testuale

  • La breve introduzione alla celebrazione da parte di colui che presiede può ispirarsi all’insegnamento della prima lettera di Pietro, riportato nella seconda lettura (2,4-9), alludendo ai credenti quali pietre vive, radunate attorno a Cristo, pietra viva, rigettata dagli uomini, ma scelta e preziosa davanti a Dio.
     
  • Durante la preghiera universale si proponga un’intenzione per i vari ministeri ecclesiali, ordinati, istituiti e di fatto, secondo le variegate esigenze della vita pastorale e del mondo di oggi.
     
  • Si valorizzi la processione dei doni nella quale «è bene che i fedeli presentino il pane e il vino» ed eventualmente «altri doni per i poveri» (Ordinamento Generale del Messale Romano, 73). Per quanto i fedeli non portino più dalla propria casa, come avveniva anticamente, il pane e il vino, questo rito «conserva il suo valore e il suo significato spirituale» (ivi): i fedeli offrono il frutto della terra e del loro lavoro, si aprono alle necessità dei più poveri e si dispongono a offrire il sacrificio di Cristo nell’Eucaristia e, in questo modo, imparano a offrire sé stessi (cfr. SC 48), come sacrificio gradito a Dio (cfr. 1 Pt 2,5, seconda lettura).
     
  • La preghiera del Signore può essere introdotta ricordando la relazione di intimo amore tra il Padre e il Figlio - «Chi ha visto me, ha visto il Padre» (Gv 14,9) - , relazione nella quale i credenti sono pienamente coinvolti.