L'ora di religione nella scuola italiana gode di buona salute. Nessun trionfalismo, ma a 21 anni di distanza dall'introduzione della scelta dell'insegnamento della religione cattolica - Irc - (non più in forma obbligatoria come prima della revisione dei Patti Lateranensi avvenuta nel 1984) la stragrande maggioranza delle famiglie e degli studenti sceglie di frequentare questa disciplina scolastica.
Secondo l'ultima rilevazione a disposizione relativa all'anno scolastico 2014/2015l'87,8% degli studenti frequenta l'ora di religione e soltanto il 12,2% decide di non avvalersi dell'Irc.
Rispetto all'anno precedente si registra una leggere diminuzione di iscritti (lo 0,7%). Sopra la media nazionale di frequentanti si collocano la scuola dell'infanzia con il 90%, le scuole primarie (ex elementari) con il 91,6% e le scuole secondarie di primo grado (le ex medie inferiori) con l'89,6%. Leggermente più basso il tasso di frequenza alle superiori, anche se l'81,6% degli studenti ha deciso di iscriversi all'Irc.
Qualche diversità esiste anche secondo le diverse aree geografiche dell'Italia. Nel Nord, dove si registra anche la presenza più consistente di studenti di cittadinanza non italiana e di religione non cattolica e anche non cristiana, la disciplina scolastica è scelta dall'82,2% degli studenti (con un diminuzione dello 0,7% rispetto all'anno precedente).
Da sottolineare che in controtendenza è il dato relativo agli avvalentesi delle scuole superiori che aumentano di uno 0.3%, raggiungendo il 73,1% di iscritti. Le regioni del Centro Italia sono assolutamente in linea con la media nazionale (87,8% di iscritti), mentre al Sud l'adesione all'Irc sale al 97,7% (con il calo di uno 0,1%).
Dunque una disciplina scolastica che incontra l'apprezzamento e il consenso di famiglie e studenti, ai quali la Presidenza della Conferenza episcopale italiana ha rivolto il tradizionale messaggio in occasione della fase di iscrizione per il nuovo anno scolastico.
>>> Leggi il messaggio integrale della Presidenza della Cei
Un messaggio che sottolinea come questa materia sia occasione per conoscere le radici culturali e religiose del nostro Paese, e rappresneti anche la possibilità di rispondere a quelle domande di senso, che le giovani generazioni si pongono. Un invito aperto a tutti, cattolici e non, sicuri di poter offrire "un percorso di crescita umana e culturale molto importante anche per il resto della vostra vita".
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