22 marzo
V domenica di Quaresima   versione testuale

Ogni anno tu doni ai tuoi fedeli di prepararsi con gioia,
purificati nello spirito alla celebrazione della Pasqua,
perché, assidui nella preghiera e nella carità operosa,
attingano ai misteri della redenzione la pienezza della vita nuova
in Cristo tuo Figlio, nostro salvatore.
Prefazio Il significato spirituale della Quaresima
 
Nelle messe feriali di questa quinta settimana è possibile pregare con il prefazio della passione del Signore I, testo centrato sulla potenza della croce che giudica il mondo. Siamo sul limitare della Settimana Santa. La quinta domenica conduce la comunità radunata a cogliere il senso del dono della vita del Cristo. La Colletta chiede di poter vivere e agire in quello stesso amore che spinse il Figlio a dare la vita. Questo è un sacrificio potente, che nell’orazione sulle Offerte sollecitiamo trasformi anche noi. Nella preghiera dopo la comunione, l’itinerario si compie: chiediamo che l’amore che ci lega al Cristo ci renda uniti al modo delle membra vive del suo Corpo.
Questa domenica è, dunque, quasi un passaggio verso i giorni più intensi del mistero Pasquale. Così, per consuetudine, è possibile velare le croci o le immagini presenti nell’aula della Chiesa, se è tipico uso del luogo.
Paschalis sollemnitatis del 16 gennaio 1988: «L’uso di coprire le croci e le immagini nella chiesa dalla domenica V di Quaresima può essere utilmente conservato secondo il giudizio della conferenza episcopale. Le croci rimangono coperte fino al termine della celebrazione della passione del Signore il Venerdì Santo; le immagini fino all’inizio della Veglia Pasquale» ( n. 26)
Il senso di questo rito è dunque la valorizzazione iconografica della croce il Venerdì santo e delle immagini della gloria nella Veglia Pasquale.

Nella processione d’ingresso si abbia cura di valorizzare la croce astile, accompagnata dai ceri, segno del Figlio dell’uomo “innalzato”, come il serpente nel deserto.
prima del canto d’inizio             
Il punto di arrivo della quaresima è la contemplazione di Gesù, chicco di grano che muore portando molto frutto. Egli dà origine ad un raccolto sovrabbondante: “dove sono io, là sarà anche il mio servo”. [Le croci e le immagini velate indicano vicina la Settimana Santa.] Il percorso quaresimale giunge a maturazione con questa celebrazione.
 
Come già detto, per tutto il tempo quaresimale, si suggerisce l’adozione per l’atto penitenziale – almeno nelle domeniche – della seconda forma (MR p. 296); si consiglia di proclamare la professione di fede, utilizzando il simbolo detto “degli Apostoli” (p. 306) e si propone di adottare per la preghiera universale l’offerta di intenzioni di preghiera a cui far seguire un breve tempo di silenzio o la risposta litanica Signore pietà o Kyrie eleison.
 
Si potrebbe rinnovare l’invito fatto nella prima domenica di Quaresima a presentare tra le offerte il frutto del digiuno di queste settimane. Senza altra monizione e senza aggiungere oggetti che poco hanno a che fare con il sacrificio eucaristico, il celebrante può invitare i fedeli con queste o simili parole:
A nome di tutta la Chiesa chiamata a una mensa più sobria, anche noi portiamo all’altare i frutti del nostro digiuno perché siano distribuiti ai poveri, persone particolarmente amate da Dio.
 
 
Per la Benedizione finale, si suggerisce di adottare la Preghiera di benedizione sul popolo n. 17 (MR p. 449), che chiama la Chiesa famiglia per la quale il Signore non esitò a donare la vita.
 
Il Signore sia con voi.
E con il tuo spirito.

Guarda con amore, Padre, questa tua famiglia, per la quale il Signore nostro Gesù Cristo non esitò a consegnarsi nelle ani dei nemici e a subire il supplizio della croce. Per Cristo nostro Signore.
Amen.

E la benedizione di Dio onnipotente, Padre e Figlio + e Spirito Santo, discenda su di voi e con voi rimanga sempre.
Amen.