3 aprile
Venerdì Santo   versione testuale

In passione Domini

 
Scenda, o Padre, la tua benedizione su questo popolo,
che ha commemorato la morte del tuo Figlio nella speranza di risorgere con lui;
venga il perdono e la consolazione, si accresca la fede,
si rafforzi la certezza nella redenzione eterna
Post communio, Venerdì santo.
 
 
Leggiamo in Preparazione e celebrazione delle feste pasquali n.58
In questo giorno in cui «Cristo nostra pasqua è stato immolato»,  la chiesa con la meditazione della passione del suo Signore e sposo e con l’adorazione della croce commemora la sua origine dal fianco di Cristo, che riposa sulla croce, e intercede per la salvezza di tutto il mondo.
 
L’azione liturgica è eloquente proprio grazie alla sobrietà dei suoi gesti, che va accuratamente preparata. Spoglia l’aula, semplice il linguaggio, profondo il silenzio. Nulla deve distrarre dal suo centro – la passione e morte del Signore – l’azione rituale. Essa si snoda su cinque momenti.

Il popolo si raduna in silenzio, quasi disperso, essendo stato percosso il suo Pastore. La prostrazione e il silenzio non siano impediti da inutili spiegazioni o monizioni. La prima presa di Parola è l’orazione di Colletta, che scelta tra due, introduce la Passione nel suo valore di chiamata a salvezza.

Segue la narrazione della Passione, che va proclamata con le stesse attenzioni rituali della Domenica delle Palme – quindi senza candelieri e incenso, senza il consueto saluto liturgico e con la benedizione prevista per il solo diacono, non per gli altri ministri.

Inizia quindi la più ricca preghiera universale, che invoca per tutta l’umanità il frutto della salvezza.

Alla preghiera segue il rito comunitario dell’adorazione della croce, in cui è significativo tanto il gesto del bacio/venerazione, quanto il procedere di tutti verso la croce. La croce è condotta in processione (primo modo) mostrata, svelata (secondo modo), cantata perché – come mostrano i testi degli Improperia – vada oltre essa, verso il suo significato salvifico.

L’ultimo momento sono i riti di comunione, in cui è dato il pane eucaristico già consacrato.  
 
È lodevole usanza arricchire la preghiera del giorno con pii esercizi, in particolare con la Via Crucis,  la Rappresentazione della Passione di Cristo o il ricordo della Vergine Addolorata.

Richiamiamo ciò che il Direttorio su pietà popolare e liturgia nota in merito:
n. 143. È necessario tuttavia che tale manifestazione di pietà popolare né per la scelta dell’ora, né per le modalità di convocazione dei fedeli, appaia agli occhi di questi come un surrogato delle celebrazioni liturgiche del Venerdì Santo. Pertanto nella progettazione pastorale del Venerdì Santo dovrà essere dato il primo posto e il massimo rilievo alla solenne Azione liturgica e si dovrà illustrare ai fedeli che nessun altro pio esercizio deve sostituire oggettivamente nel suo apprezzamento questa celebrazione. Infine è da evitare l’inserimento della processione del “Cristo morto” nell’ambito della solenne Azione liturgica del Venerdì Santo, perché ciò costituirebbe un distorto ibridismo celebrativo.