22 febbraio
I domenica di Quaresima   versione testuale

Colletta
O Dio, nostro Padre, con la celebrazione di questa Quaresima, segno sacramentale della nostra conversione, concedi a noi tuoi fedeli di crescere nella conoscenza del mistero di Cristo e di testimoniarlo con una degna condotta di vita. Per il nostro Signore...
 
Liturgia della Parola
Gn 9,8-15 L’alleanza fra Dio e Noè liberato dalla acque del diluvio.
Sal 24 Tutti i sentieri del Signore sono amore e fedeltà.
1 Pt 3,18-22 Quest’acqua, come immagine del battesimo, ora salva anche voi.
Canto al Vangelo (Mt 4,4b) Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.
Mc 1,12-15 Gesù, tentato da satana, è servito dagli angeli.

In breve
Il brano di Marco presenta sul versante positivo la lotta contro il male di Gesù, nei giorni della tentazione. Mentre gli altri evangelisti approfondiscono la natura stessa delle tentazioni e il loro potenziale negativo, Marco mostra Gesù riconciliato e pacificato, attraverso il digiuno, con ogni realtà del mondo. L’alleanza di pace promessa a Noè si realizza pienamente in Gesù, che riporta la creatura umana in armonia con il cosmo e con la storia di salvezza che Dio porta avanti nel mondo (bestie selvatiche e angeli).

L’alleanza originaria
La prima lettura del ciclo quaresimale B ripercorre nell’Antico Testamento lo sviluppo dell’Alleanza tra Dio e l’umanità: partendo dalla creazione, per arrivare all’annuncio della Nuova Alleanza. Noi che siamo alla ricerca di un “nuovo umanesimo”, seguendo la pista del Convegno di Firenze, troviamo nell’idea di “Alleanza” una potente ispirazione. In particolare, l’alleanza con Noè dopo il diluvio evoca  tutta la rete di legami in cui l’umanità intera è inserita: legami con il cosmo, con la terra, con tutte le creature viventi. Allo sguardo degli autori biblici, il mondo appare come profonda armonia, interdipendente e interconnessa; anche se non calcolata con gli strumenti attuali della nostra tecnoscienza, è intensamente percepita e trasformata in benedizione e preghiera.

La tentazione di base
Sullo sfondo del brano sta l’esperienza del diluvio: già nel mondo antico era evidente la possibilità per l’uomo (e per l’umanità nel suo complesso) di configurarsi come distruttore di armonia e sovvertitore del cosmo. La promessa divina rassicura Noè: nonostante la malvagità che, a seguito del peccato, ha inquinato il cuore dell’uomo, il caos non tornerà a prevalere. Ci sarà sempre da parte delle creature umane la tentazione di sciogliersi dal legame con Dio, con il cosmo, con la terra, con le creature viventi; ma da parte di Dio ci sarà sempre la vigilanza che tutto questo non divenga distruzione totale.

Un germe di speranza
Dio per custodire un germoglio di speranza per il futuro si è servito di Noè e della sua famiglia: in lui possiamo vedere l’inizio di una schiera di persone che si affiancano al progetto di Dio; possiamo anche ammirare il fatto che Dio si serva di collaboratori “poveri”, per vari aspetti deboli e fragili: Noè, Mosè, i profeti, Maria… la catena di servitori di Dio che  conduce a Gesù non è una catena di eroi, ma di figure che possiamo sentire vicine a noi, anche nel loro limite. Gesù stesso, divenendo uomo, si assoggetta a tutte le limitazioni della condizione umana, e proprio in tal modo ci salva.

Nel deserto
Il deserto è immagine del caos: il luogo-limite in cui appare il mondo come sarebbe se non fosse costantemente animato dalla benedizione divina; il luogo-limite dove si percepisce la fragilità non solo dell’uomo, ma anche di tutte le altre creature. Il deserto è, infine, il luogo-limite dove è possibile percepire più facilmente, nella sua essenzialità, la bellezza della forza creatrice che viene da Dio. Perciò Israele, dopo l’Esodo, passa per il deserto; e Gesù ripete la stessa esperienza. Non si può stare a lungo nel deserto senza una profonda fiducia nel Padre; nello stesso tempo, Gesù prende su di sé la tentazione che accompagna l’esistenza umana, che non consiste solo nel poter dire di no: dal punto di vista di Gesù, la tentazione è sentire su di sé la pesantezza del rifiuto da parte dell’umanità, avvertire la lacerante forza del peccato che strappa le persone alla relazione con Dio: in tal modo egli comincia a prendere su di sé la croce.

Un’oasi di paradiso
Stando di fronte alla tentazione, Gesù comincia a ricostruire quello che era danneggiato e compromesso. Marco, contemplandolo come da lontano, annota suggestivamente che “stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano”. È un’immagine di riconciliazione e di pace: Gesù è prototipo di un’umanità riconciliata con il cielo e con la terra, centro del cosmo senza esercitare un dominio feroce. Gesù ci invita a credere nella possibilità di essere così, anche nei deserti della nostra esistenza, che saranno per lo più deserti urbani, metropolitani, fatti di tempi frettolosi, di relazioni aride, della tentazione di vivere esclusivamente di produzione e consumo.
La Quaresima, offrendoci tempi e spazi di preghiera, di digiuno, di elemosina (cioè di tempo sottratto all’agire frenetico, di autolimitazione nei desideri smodati, di attiva ricostruzione di solidarietà con i fratelli), configura anche noi, a immagine di Gesù, come segni di riconciliazione, germogli dell’umanità nuova.