29 marzo
Domenica delle Palme   versione testuale

Colletta
O Dio onnipotente ed eterno, che hai dato come modello agli uomini il Cristo tuo Figlio, nostro Salvatore, fatto uomo e umiliato fino alla morte di croce, fa' che abbiamo sempre presente il grande insegnamento della sua passione, per partecipare alla gloria della risurrezione. Egli è Dio...
 
Liturgia della Parola
Is 50,4-7 Non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi, sapendo di non restare confuso.
Sal 21 Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?
Fil 2,6-11 Cristo umiliò se stesso, per questo Dio lo esaltò.
Canto al Vangelo (Fil 2,8-9) Per noi Cristo si è fatto obbediente fino alla morte e a una morte di croce. Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome.
Mc 14,1 - 15,47 La passione del Signore.

In breve
Attorno al crocifisso vediamo in atto una serie di azioni disumane: che vanno dall’incomprensione, all’indifferenza, alla paura, fino alla violenza e all’odio più efferato, mascherato dietro una correttezza giuridica e legale. Ma emergono anche i segnali di una umanità nuova, che da Gesù è trasmessa a chi sa stargli vicino. Il confronto tra Pietro e Simone di Cirene può aiutare a comprendere la differenza, anche per chi, almeno a parole, sta dalla parte di Gesù.

L’annuncio profetico
La profezia di Isaia mostra la situazione del giusto perseguitato, che nella fiducia in Dio trova il coraggio di resistere. Può essere letta anche come immagine dell’intero popolo di Dio, esposto per la sua fede agli “insulti e agli sputi”. Mostra il punto di rottura di ogni esistenza credente: prima o poi viene il momento di affrontare la prova e la tentazione. Dove si può trovare la forza di resistere? Come evitare la tentazione di fuggire? Gesù, nel suo totale abbandono al Padre, ci mostra la via difficile da seguire, la “porta stretta” attraverso cui passare per entrare nel suo Regno; e ci dona la forza di percorrerla. Ma cosa significa percorrere la via della croce con Gesù? Esaminiamo due figure, che mostrano i due possibili esiti dell’incontro con il crocifisso. Non ci soffermeremo sulle figure negative, sui nemici: ma su chi è accanto a Gesù in maniera positiva, anche se con esiti diversi. Perché è possibile trovarsi contro Gesù, contro la sua croce, anche partendo dalle migliori intenzioni.

Simon Pietro e Simone di Cirene
Simon Pietro e Simone di Cirene. Lo stesso nome, la stessa circostanza: trovarsi vicino alla Passione di Gesù. Simon Pietro intenzionalmente, Simone di Cirene per caso. Simon Pietro con alle spalle una lunga amicizia e discepolato; Simone di Cirene che forse non aveva mai sentito parlare di Gesù. Entrambi due si trovano coinvolti nella stessa spirale di violenza, nello stesso ingranaggio di falsità e brutalità che porta alla crocifissione e alla morte di Gesù.

Davanti alla violenza
Simone di Cirene è davanti alla violenza vera: viene costretto  forza dai soldati a portare la croce di un uomo che per lui è, presumibilmente, uno sconosciuto; o forse un nome di cui ha sentito parlare. Più che un incontro, è uno scontro con la croce di Gesù. Questo portare la croce sembra troppo casuale, non voluto, privo di significato. Ma un’annotazione dell’evangelista ci induce a riflettere: ci viene detto che egli era il “padre di Alessandro e Rufo”. Personaggi che non si ritrovano altrove nel vangelo, ma che dovevano essere conosciuti al lettore del vangelo: verosimilmente, facevano parte delle prime comunità cristiane. Sembrerebbe che Simone, pur portando la croce solo per forza, per costrizione, non abbia più interrotto il rapporto vitale con Cristo. Colui che porta la croce con Gesù diviene padre di figli credenti.

Dentro la violenza
Pietro si dice pronto a lottare, combattere e morire per Gesù. Ma crolla di fronte alla chiacchiera. Una piccola serva è sufficiente per gettarlo nel terrore. Pronto a una morte gloriosa, cede alla vergogna di dichiararsi discepolo del processato. Pietro è pronto a morire per Gesù vincitore; ma non ha neppure il coraggio di dichiararsi amico e discepolo di Gesù mentre appare perdente. Predomina in lui la condizione umana perturbata dal peccato, segnata dalla sfiducia, ancora soggetta al compromesso: incapace di seguire fino in fondo ciò che è giusto. Però la partita non si gioca sul campo della violenza aperta, dello scontro diretto. Siamo invece sul terreno scivoloso della chiacchiera, dell’immagine, del confronto con l’opinione pubblica di basso livello

L’umanità manipolata
La scena della Passione è molto simile per certi aspetti alla situazione politica, comunicativa, economica, che si sta affermando a livello mondiale. Le decisioni sempre più sono prese da gruppi ristretti; la folla, le masse, rimangono all’oscuro, nonostante l’invadenza dei mezzi di comunicazione, che danno un’apparenza di informazione e di possibilità di controllo. Essi potrebbero forse essere anche strumenti di partecipazione: ma forse è più un’illusione, un contentino, come quando Pilato concede di scegliere tra Gesù e Barabba. La scelta è già scritta, neppure il governatore romano ha il potere di cambiarla. La folla si schiera dalla parte del più forte, o comunque contro chi appare perdente.
 
Cambiano le tecniche di seduzione e manipolazione (allora le chiacchiere, oggi i social media), non cambia più di tanto l’adeguamento della massa al ribasso, nel comodo nido di un pensiero comune adagiato sulla paura e sulla convenienza.

La lotta impari
Pietro si accorge troppo tardi che la lotta non è solo contro il “nemico”, ma anche contro la “massa”, vischiosamente solidale nell’indifferenza egoistica e superficiale. Ancora peggio, si accorge di essere lui stesso parte della massa anonima, senza riuscire ad uscirne: di fronte allo scherno anche solo immaginato, anche se malvolentieri, si adegua e non confessa il suo legame con Gesù. Simone di Cirene invece esce dall’anonimato. Con semplicità accetta di aiutare Gesù a portare la croce. Subisce una parte della violenza diretta contro di lui. È vicino a lui mentre viene insultato e deriso. E in qualche modo ne viene toccato, insieme alla sua famiglia. Solo molto tempo più tardi, dopo la risurrezione, Pietro imparerà a fare lo stesso, restando testimone di Gesù, sia di fronte ai capi, sia di fronte alla folla.