8 marzo
III domenica di Quaresima   versione testuale

+ Dal Vangelo secondo Giovanni
Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà». Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù. Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull’uomo. Egli infatti conosceva quello che c’è nell’uomo.
 
Nel tempo pasquale la Chiesa canta con gioia il suo alleluia per il trionfo del suo Signore; la musica e i fiori, cosi sobri nel tempo quaresimale, riempiono l’aula liturgica di bellezza e di festa. Nel tempio di Gerusalemme Gesù purifica un modo perverso di entrare alla presenza di Dio per far entrare anche lì il profumo pasquale della gratuità e il canto risorto della libertà. Dio non si può piegare alla volontà degli uomini, ma vuole cuori semplici, che desiderino ciò che Dio desidera, che amino ciò che Dio ama. Attraverso la frusta di cordicelle il Signore dirige una nuova orchestra, quella dei figli che si affidano a Dio con fiducia, che non comprano a rate la loro assicurazione di felicità terrena, che non patteggiano con Dio la pena del reato, ma ricevono gratuitamente la gioia di sapere che in vita e in morte sono del Signore… via gli animali da sacrificare al posto della vita quotidiana; via le monete che vogliono separare il sacro dal profano… resti l’uomo credente che nel tempio, che è Cristo, fa di se stesso e della propria esistenza, canto e profumo di santità.
 
Mi ritrovo sotto il sole in uno splendido campo di girasoli
…che fiori strani e magnifici che si voltano verso il sole per riceverne la luce
e sembrano acquistarne anche le fattezze.
Mi avvolge la luce che scende dall’alto,
e in questo campo aperto grido e piango, danzo e gioisco
in piena libertà di esprimere al cielo il mio animo
e mi lascio accarezzare dalla brezza pomeridiana dello Spirito
che soffia dove vuole ma ne senti la voce, voce di silenzio sottile
… e sperimento Dio che illumina la mia vita
e, lasciandomi illuminare, fa anche di me un girasole
che alza il capo di fronte alla vita e fiero si volge verso la fonte della vera luce.