• La celebrazione della
manifestazione del Signore, quale Figlio di Dio, Messia e Luce delle genti, sia celebrata con la maggiore solennità aiutando le assemblee a non scivolare verso quella stanchezza tipica della conclusione dei periodi di festa. Oltre alla cura del canto e dei ministri impiegati nella celebrazione si badi anche allo spazio: cogliendo un suggerimento del
Caeremoniale Episcoporum (240) l’illuminazione sia più ricca in modo da rendere quasi visibile l’invito accorato del profeta: «Àlzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce» (
Is 60,1).
• Al termine della proclamazione evangelica si dia, possibilmente in canto, l’annuncio della data del giorno di Pasqua e delle feste che da essa scaturiscono: tale uso antichissimo giova a collegare il legame tra il mistero dell’incarnazione e la Pasqua, centro della fede cristiana. Laddove fosse possibile è bene cantare tale annuncio secondo la melodia proposta dal Messale (cf. Messale Romano, pp. 1106-1107).
• L‘omelia, come del resto la monizione introduttiva, illustri il senso più pieno di questa grande solennità e i tre prodigi che sono al cuore della celebrazione: l’adorazione del Bambino da parte dei Magi, il Battesimo del Signore nelle acque del Giordano e le nozze di Cana quale primo dei “segni” compiuti da Cristo.
• La preghiera dei fedeli sia davvero “universale” in questo giorno: l’assemblea memore della visita dei magi a Betlemme si dilati nella preghiera ai popoli e alle culture del mondo. Membri di altre culture possono proporre alcune intenzioni di preghiera nella propria lingua.
• Non si trascuri la processione con i doni «che diventeranno il Corpo e il sangue del Signore» (OGMR 73). Come recita il testo della splendida orazione sulle offerte, anticipando il momento dell’offerta proprio della preghiera eucaristica, al Signore non vengono offerti più oro, incenso e mirra, come un tempo da parte dei Magi, ma colui che nei santi doni del pane e del vino è significato, immolato e ricevuto.
• La solennità dell’Epifania, a motivo dei doni, ha un grande fascino sui più piccoli. Può essere l’occasione per invocare su di essi la benedizione prevista dal Benedizionale per il tempo di Natale (pp. 251-255), eventualmente anche in un momento di preghiera al di fuori della celebrazione eucaristica posto alla chiusura delle vacanze natalizie.
• Per la benedizione al termine della celebrazione ci si può servire del formulario “Nell’Epifania del Signore” (Messale Romano, pp. 430-431).
• Nel tardo pomeriggio, la celebrazione solenne dei Secondi Vespri può giovare a concludere solennemente questo giorno. Anche in questo caso, un breve intervento omiletico alla luce del tema della
manifestazione della bontà di Dio nostro Signore e Salvatore (cfr.
Tt 3,4-5, lettura breve) darà risalto ai grandi misteri epifanici ben evidenziati dall’inno e dall’antifona al
Magnificat.