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La vetrata artistica contemporanea nelle chiese: scenario europeo

AA.VV.

» Leggi l'intervista all'arch. Martin Struck
"Un'atmosfera consona al rito" 
 
10/09/2013
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10/09/2013
Titolo: “La vetrata artistica contemporanea nelle chiese: scenario europeo”
Autore: AA. VV.
Editore: Koinè (www.koinexpo.com)
Numero pagine: 94
Prezzo:
10/09/2013
La vetrata come elemento qualificante dello spazio per il culto. Il volume presenta le vetrate artistiche che sono state esposte nell'ambito della fiera Koinè (Vicenza, 13-16 aprile 2013), selezionate da Koinè Ricerca, e consente di mettere a confronto i diversi esiti ottenuti inserendo vetrate realizzate secondo approcci artistici anche molto diversi tra loro, sia in chiese contemporanee, sia in chiese storiche, in diverse parti d'Europa.
10/09/2013
L'Autore è “Koinè Ricerca”. Come spiega S.E. Mons. Beniamino Pizziol, Vescovo di Vicenza, «Koinè rappresenta a livello internazionale una realtà unica nel suo genere, dove lo spazio espositivo è sempre in dialogo attivo con le iniziative di studio e di riflessione inerenti il design per la liturgia e l'architettura di culto». 
E, come scrive Mons. Giancarlo Santi, che di Koinè Ricerca è il presidente: «Koinè è riuscita nel tempo a far emergere e dare visibilità a un vasto e multiforme mondo produttivo 'di nicchia', completamente autonomo rispetto alla Chiesa e soggetto solo alle leggi del mercato. Il crescere e consolidarsi dell'attività aggregativa rivolta ai produttori ha prima permesso e poi favorito l'azione informativa e stimolatrice di Koinè Ricerca. Sezione scientifica della manifestazione che fin dall'inizio si è adoperata da una parte per aiutare i vari ambiti produttivi e creativi ad aprirsi ai linguaggi della contemporaneità, secondo la Costituzione della Chiesa nel mondo contemporaneo Gaudium et spes, e dall'altra si è impegnata tenacemente a orientarli verso la liturgia, così come ne parla la Costituzione conciliare sulla liturgiaSacrosanctum Conciliumdi cui quest'anno ricorre il cinquantenario».
10/09/2013
«La luce gioca col buio e modifica le percezioni e gli umori. Essa ha una carica simbolica immensa sui nostri stati d'animo, come quando si passa dalla luce esterna al buio interno di una chiesa romanica, o come quando si accende una candela nella notte di Pasqua. Può farci precipitare nell'oppressione dolente o può produrre una gioia incontenibile, come quando i minatori vedono la luce del sole salendo dal ventre della terra.
Il simbolismo della luce gioca con l'ombra, come la parola col silenzio. Una luce, “che indaga impietosa ogni angolo, che scopre ogni particolare, che rifugge dalle zone d'ombra è una luce piatta, ossessiva e opprimente. Esiste anche una tortura che utilizza la luce per togliere il sonno alle membra e intorpidire il cervello” (da. A. Santantoni, La luce tra funzione e simbolo in “Celebrare con la luce”, a cura di B Ticino, CEI, Politecnico di Milano, USR3, p. 12).
L'architettura ha bisogno della luce e del colore. Le vetrate colorano la luce come l'arcobaleno. Esse sono pura ricettività, una ebbrezza simile al sogno. Chi guarda la vetrata, diventa esso stesso colore, in un'esperienza di fusione cosmica...» (pag. 17-18, “Liturgia di luce: il valore delle vetrate per la celebrazione”, di Roberto Tagliaferri).
10/09/2013

Il volume si apre con una presentazione di Koinè, che ha luogo alla Fiera di Vicenza ogni due anni e raccoglie fornitori di oggettistica per il culto a livello internazionale, il che dà la possibilità di confrontare la vasta gamma di produzioni in grandissima prevalenza a carattere artigianale, che riguardano i centri parrocchiali e l'esercizio del culto. Non mancano anche i fornitori di servizi. Insomma il vasto e variegato mondo dell'impresa privata che offre oggetti e strumenti collegati alla realizzazione, all'arredo e alla gestione dei centri parrocchiali (dalle campane agli impianti illuminotecnici, dalle vesti liturgiche alle candele, alla statuaria...). Durante i giorni in cui ha luogo l'evento fieristico, si svolgono anche convegni e incontri a carattere culturale e tecnologico. Inoltre Koinè Ricerca presenta per ogni edizione una esposizione di oggetti di particolare significato: nella XV edizione del 2013, il tema era “la vetrata artistica contemporanea”. Tale esposizione raccoglie opere significative di produttori provenienti da diversi Paesi, selezionati dal Comitato scientifico, garantendo per questa parte della Fiera un “controllo di qualità”.

Il testo di Roberto Tagliaferri, “Liturgia della luce: il valore delle vetrate per la celebrazione” dà la chiave di lettura della pubblicazione, facendo il punto sul rapporto esistente tra liturgia e ambiente in cui questa ha luogo, evidenziando come la liturgia sia «performance perché è un'azione in cui interagiscono molti codici verbali e non-verbali, con valore simbolico e pragmatico». Questa è una delle novità introdotte dal Concilio, in tal modo superando la «visione ilemorfica tridentina, limitata alla materia e alla forma del sacramento».
In risalto è che la liturgia dovrebbe implicare una capacità comunicativa che a sua volta permette il coinvolgimento del popolo, purché sia praticata con quella sapienza che è peraltro propria dell'arte drammatica e che implica «un insieme di percezioni corporee ed estetiche più primitive della parola e dei concetti».
In tale ambito si inquadra la crescente attenzione al ruolo della percezione visiva. Citando Rudolf Arnheim: “La virtù principale del 'medium' visuale è di rappresentare le forme in uno spazio bidimensionale e tridimensionale in confronto con la sequenza monodimensionale del linguaggio verbale”.
Se stanno così le cose, ecco che il linguaggio visuale assume un ruolo fondamentale anche per il culto. «La religione – scrive Tagliaferri – non è tanto un insieme di concetti e di pensieri sofisticati, quanto un insieme di rappresentazioni visive, contro-intuitive e un insieme di emozioni corrispondenti». E tali rappresentazioni iconiche hanno un valore dinamico, poiché la luce in sé ha un valore non solo funzionale ma anche estetico e simbolico, ulteriormente semantizzato dal giustapporsi con l'ombra, non solo per effetto dell'illuminazione solare che filtra dalle vetrate, ma anche per quella elettrica che tanto meglio può essere organizzata nello spazio per il culto. «L'architettura come la pittura è un'organizzazione spaziale della luce, è modulazione della luce che offre allo sguardo una messa a fuoco particolare su alcuni elementi per non lasciarsi depistare dal rumore dei molti vettori del campo ottico... Talvolta la simbolizzazione dello spazio sacro è enfatizzata da molteplici selettori di luce...».
E l'immaterialità della luce ne fa un luogo liminale che attiva la coscienza di quel che sta “oltre”: «il codice ottico gioca con la luce per il presentimento del divino nell'umano».
 
Al testo di Tagliaferri seguono le presentazioni dei nove atelier vetratistici selezionati da Koinè Ricerca per la fiera del 2013. È usuale che tali atelier si occupino non solo di vetrate ma anche di mosaici e spesso anche di altre realizzazioni. Alcuni operano solo su disegno di artisti esterni all'atelier, altri realizzano solo opere proprie, altri agiscono in entrambe le modalità. Tutti questi atelier hanno la capacità di operare in diversi paesi del mondo.
 
Ateliers Loire
L'atelier è stato fondato nel 1943 a Chartres (Francia), ma si sente erede della tradizione che vede la cittadina francese all'avanguardia nel medio evo per le vetrate. Oggi queste sono realizzate dall'atelier con varie tecniche, dalla tradizionale legatura a piombo con pittura a grisaglia, a quella “dalles” (che è una “sorta di mosaico realizzato con mattonelle di vetro colorato ad alto spessore legate con cemento e resine”). Le opere sono firmate da membri della famiglia Loire o da altri artisti.
 
Caron Vetrate Artistiche
L'atelier è attivo a Vicenza (Italia) sin dalla fine dell'800. Dal 1996 la nuova proprietà porta l'atelier, non solo a lavorare con artisti di fama, ma anche a collaborare per la ricerca nell'ambito della conservazione dei beni culturali e a realizzare opere di conservazione su vetrate storiche quali quelle della Cappella degli Scrovegni di Padova.
 
Derix Glasstudios
Azienda familiare di Taunusstein (Francoforte, Germania) opera da quasi un secolo e mezzo in diversi Paesi (dispone anche di una filiale negli USA). Nel 1908 fu nominato da Pio X “atelier pontificio di vetrate". Utilizza le tecniche più variate e dispone di uno staff di 65 dipendenti.
 
Domus Dei P.D.D.M.
Azienda di Albano Laziale (Roma) nata nel 1963, si occupa non solo di vetrate e mosaici, ma anche di statuaria, portali e altre opere in bronzo. Tra queste si segnala la copia del monumento equestre di Marco Aurelio collocato sul Campidoglio, o quella della trecentesca “Maestà” per il Duomo di Orvieto. Oggi l'azienda appartiene alle Pie Discepole del Divin Maestro.
 
GBB – Glas Bewerkingsbedrijf Brabant
Atelier fondato da J. Van Herpen nel 1951 a Tilburg (Paesi Bassi), per assistere i numerosi artisti che si impegnavano nella lavorazione del vetro. Realizza anche mosaici, sempre su disegno di artisti esterni, nonché restauri. Nel 1986 la proprietà è passata a Frank Coolen che ha posto attenzione alle nuove tecnologie. Compie opere in tutto il mondo, anche di dimensioni monumentali: tra queste la enorme vetrata inserita nella chiesa nuova  presso il palazzo reale olandese nell'occasione del giubileo della regina Beatrice, nel 2005.
 
Glasmalerei Stift Schlierbach
L'atelier del monastero di Schlierbach (Austria) ha una lunga storia. Fu fondato nel 1884 dalla famiglia Grossmann a Linz. Nel 1915 fu rilevato dal vetratista tedesco Josef Raukamp e a lui quattro anni più tardi si unì il fratello Wilhelm, pittore. Nel 1926 Wilhelm decise di entrare nel monastero cistercense di Schlierbach e prese il nome di Padre Petrus. Durante la seconda guerra mondiale p. Petrus trasferì il patrimonio vetratistico accumulato dall'atelier tra le mura del monastero, per proteggerlo dai bombardamenti e dal 1960, con la morte di Josef, l'opera vetratistica continuò solo nel monastero, a cura di p. Petrus e del confratello Tecelin Kummer intensificando la collaborazione di artisti di fama. Dal 1975 l'atelier è diretto da p. Alfred Strigl; nel 1995 ha ricevuto dal governo austriaco il “Premio Superiore delle Arti e Artigianato”; nel 1997 ha fatto proprio anche il laboratorio Geyling, che era stato fondato a Vienna nel 1884.
L'atelier ha acquisito tutte le tecniche più aggiornate e seguito l'evolversi della sensibilità artistica del tempo. Oggi il monastero possiede anche una galleria d'arte che tiene esposizioni di opere contemporanee, con la quale collaborano la Fondazione Bilger, l'Assessorato alla cultura dell'amministrazione provinciale e l'Istituto per l'arte e l'estetica del Collegio di Teologia di Linz.
 
Mayer of Munich – Mayer'sche Hofkunstanstalt
Il laboratorio, di Monaco di Baviera (Germania), deriva dallo “Istituto Mayer di Arte Cristiana”, fondato nel 1847 a Joseph Gabriel Mayer. Influenzato dal movimento Arts and Crafts britannico, fece del suo laboratorio un centro di riferimento non solo per artisti tedeschi, ma anche britannici. Attorno al 1862 entro l'Istituto si costituì uno specifico settore dedicato alle vetrate. Nel 1865 si aprì una filiale a Londra e nel 1869 un'altra filiale a Parigi. Nel 1882 re Ludovico II gli conferì il titolo di “Istituzione Reale di Arte Bavarese”. Nel 1888 si aprì una nuova filiale a New York. Nel 1892 papa Leone XIII gli conferì il titolo di “Pontificio Istituto di Arte Cristiana”. Attorno al 1905 gli fu commissionata la vetrata dello Spirito Santo che sovrasta l'altare maggiore della basilica di San Pietro in Vaticano.
Dopo la prima guerra mondiale l'istituto si trasformò, da società di artisti che realizzavano opere proprie, in laboratorio specializzato, al servizio di artisti indipendenti e tale resta oggi.
 
Progetto Arte Poli
Fondato a Verona nei primi anni '50 dall'artista Albano Poli che oggi continua a operarvi insieme col figlio Paolo. Alle tecniche di lavorazione del vetro, nel corso degli anni si sono aggiunti anche i mosaici, l'affresco, la modellazione dell'argilla, la fusione del bronzo, la lavorazione del legno, della pietra, del ferro battuto e di altri metalli, tutti eseguiti da artigiani che lavorano in équipe. Non è mai stato abbandonato l'impegno nel restauro, che accompagna il M° Poli sin dai suoi esordi.
 
S.G. Zelenski – Krakow Stained Glass Company
Fondato a Cracovia (Polonia) nel 1902 da Stanislaw Gabryel Zelenski, proveniente da una famiglia di artisti, si è subito configurato come laboratorio artigianale specializzato al servizio degli artisti. Nel 1952 fu nazionalizzato dal governo comunista e rinominato “Officina di servizio n. 41”, molte opere ivi custodite e parti dell'archivio, che era stato accuratamente tenuto dai precedenti proprietari, furono distrutte. Le parti che restarono tuttavia, incluso un'importante collezione di vetri soffiati, costituivano ancora un cospicuo patrimonio documentale e artistico. Tanto che, dopo la caduta del regime e il disperdersi dei maestri artigiani che vi lavoravano, il nuovo proprietario cercò di vendere tale patrimonio per evitare la bancarotta. Nel 2000 Piotr Ostrowski rilevò il laboratorio e tutti gli archivi e ripristinò il nome originario, col beneplacito degli eredi del fondatore. Ostrowski vi stabilì una galleria poi trasformata in museo riconosciuto dal Ministero polacco della cultura mentre riprendeva vigore la realizzazione di vetrate su progetto dello stesso Ostrowski.
 
10/09/2013
Un volume di agile lettura che tuttavia consente di abbracciare con uno sguardo buona parte della produzione vetratistica contemporanea, mettendo a confronto diversi approcci stilistici. Pur nei limiti delle poche pagine disponibili, si apprezza l'effetto delle vetrate nel contesto in cui sono inserite: queste infatti fanno a pieno titolo parte dell'architettura. Al riguardo risulta significativo confrontare gli inserimenti di vetrate contemporanee in contesti storici e gli inserimenti di vetrate coeve con le architetture attuali.
Grazie agli scritti introduttivi, la parte documentale permette di apprezzare come l'esperienza della luce e del colore abbiano la potenzialità di determinare in amplissima misura il modo in cui un ambiente è vissuto. Si intende quindi come sia necessaria un'accurata valutazione previa delle vetrate artistiche, là dove queste possano essere inserite: che tenga conto della loro qualità materiale, del disegno, delle tonalità e intensità dei colori o della loro assenza. Perché lo spazio liturgico è fortemente condizionato da questi elementi, sia in via diretta, sia in via indiretta: non è necessario guardare una vetrata, ci si trova inevitabilmente immersi nell'atmosfera di cui questa ammanta l'ambiente. Si comprende come l'arte delle vetrate non sia di importanza secondaria, bensì sia fondamentale per i luoghi di culto.
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