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 Home page - Un libro al mese - UN'ATMOSFERA CONSONA AL RITO 

Un'atmosfera consona al rito

Intervista all'Arch. Martin Struck*
a proposito del libro “La vetrata artistica contemporanea nelle chiese: scenario europeo
di AA.VV. (2013)
 
*L'architetto Martin Struck dal 2001 dirige il settore per l'edilizia della Diocesi di Colonia (Germania).
Dopo  aver completato la formazione professionale in edilizia ed ebanisteria, dal 1980 al 1984 ha studiato Architettura presso la Technischen Hochschule della Renania Settentrionale-Vestfalia ad Aquisgrana e presso il Dipartimento di Architettura dell'Università di Bristol in Gran Bretagna. Dal 1989 al 1997 è stato Direttore per l'Edilizia e la Progettazione architettonica della città di Meerbusch, e subito dopo ha ricoperto la carica di amministratore del patrimonio immobiliare della stessa città. Ha pubblicato diverse opere sulla tematica della ristrutturazione degli edifici di culto.
 

Gli argomenti trattati nella rubrica “Un libro al mese” sono ridiscussi in interviste con diversi esperti. Ne nasce un colloquio volto ad approfondire gli argomenti esposti nei volumi. Le opinioni presentate sono qualificate ma personali, non necessariamente condivise da chi promuove la rubrica.
Se la vetrata storica era istoriata, cioè recava immagini che si riferivano ai Vangeli o a figure rilevanti per la storia della Chiesa, nella vetrata contemporanea sembra prevalere la ricerca dell'effetto che sortiscono le tonalità di colore diffuse dalla luce negli ambienti, che così si rivestono di una carica emotiva significativa.
23/09/2016

Premetto che la Cattedrale è gestita dalla Fabbriceria quindi non ricade sotto la mia responsabilità. Tuttavia la conosco bene perché il mio ufficio è vicino alla Cattedrale e personalmente ho seguito gli aspetti tecnici dell'installazione della nuova vetrata.
Per inquadrare il senso di questa, occorre rievocare gli avvenimenti che ne hanno preceduto la concezione. Il card. Joseph Frings, Arcivescovo di Colonia durante tutto il secondo dopoguerra e noto per le sue idee moderne, già prima del Concilio volle portare l'altare principale, che in precedenza era collocato nel coro, in posizione prossima al popolo e lo spostò nella crociera del transetto. Qui l'altare risultava investito dalla luce proveniente dalla vetrata del braccio sud del transetto. Questa vetrata era trasparente.
 
Era stata eseguita dal vertista Wilhelm Teuwen nel dopoguerra, perché durante il conflitto quella storica era stata distrutta, e c'era l'idea che la nuova liturgia dovesse essere più chiara, solare e che si dovesse abbandonare l'atmosfera mistica trasmessa dalle vetrate storiche, dense di colore.
Col tempo tuttavia ci si rese conto che quella grande vetrata trasparente non si armonizzava bene con le altre della Cattedrale, tutte istoriate. Nei primi anni del nuovo secolo si decise di cercare il modo migliore per sostituirla. In un primo momento si pensò di inserire una nuova vetrata recante le immagini di martiri contemporanei: ma i loro abiti sarebbero stati composti da grandi campiture scure, e anche questo sarebbe stato stridente nel contesto. Allora si decise di chiedere a Gerhard Richter. Questo in un primo momento non accettò. Si tratta di una vetrata molto grande, 106 metri quadrati, molto imponente e rilevante nel definire l'ambiente della cattedrale. Ma alla fine Richter si convinse e propose di elaborare una composizione policroma al computer, usando mille tonalità differenti di colore. La bozza tuttavia non risultò soddisfacente. La conclusione fu di ricorrere alle 72 tonalità di colore già presenti nelle altre vetrate e Richter composte questi colori nelle oltre 11 mila tessere che ora formano la nuova vetrata, come i tanti pixel di un'immagine grafica. Sono tonalità che si fondono perfettamente con i colori già esistenti nell'ambiente.
 




 
23/09/2016

No, si è ricercato il colore, come elemento che genera un'atmosfera e consente di apprezzare l'ambiente interno della cattedrale, con le sue disposizioni liturgiche e le sue opere artistiche. Così viene accentuato il carattere mistico del luogo di culto.












 
23/09/2016

Sulle prime c'è stata una netta divisione. Direi che esattamente la metà era favorevole e l'altra metà contraria. Nei sette anni successivi ho raccolto tutte le critiche comparse sui giornali e anche queste mi sembrano egualmente divise tra favorevoli e contrari. Col tempo tuttavia credo che il grado di accettazione di quest'opera contemporanea sia cresciuto. Anche se così com'è elaborata non è ricollegabile alla memoria dei martiri del XX secolo.




 
23/09/2016

Quello della Cattedrale è un caso unico, per la sua rilevanza e per le sue dimensioni. Mentre nelle chiese nuove costruite nel dopoguerra per sopperire alle distruzioni avvenute – ne sono state erette moltissime negli anni Cinquanta e Sessanta – vi sono diverse vetrate curate da artisti contemporanei e secondo la sensibilità attuale. Ma decisamente si nota che non è diffuso il desiderio di vetrate che raccontino storie o che rechino figurazioni di personaggi, mentre prevale la ricerca di soluzioni atte a graduare l'intensità della luce e favorire un'atmosfera di raccoglimento e di preghiera.
Personalmente dubito che le vetrate colorate si inseriscano bene nelle chiese contemporanee. Mentre vi sono casi di inserimenti di vetrate che incidono sull'intensità luminosa, per esempio operando sui toni del grigio, così da ridurre la luminosità interna ma senza arrivare a differenze eccessivamente marcate rispetto a quella esterna. In ogni caso penso si tratti di trovare il modo per regolare il flusso luminoso e ricercare un'atmosfera consona alla chiesa.
 

 
23/09/2016

Naturalmente, e vi sono diversi artisti contemporanei che si sono cimentati in opere significative, con tecniche e modalità espressive  attuali. Penso in particolare al monaco domenicano e artista coreano Kim en Joong, che con efficacia ha realizzato molte vetrate, sia in chiese romaniche sia in chiese contemporanee soprattutto in Francia.

 
23/09/2016

In alcune delle chiese ricostruite nel secondo dopoguerra nella diocesi di Colonia sono stati usati i mattoncini in vetro. Anche Rudolf Schwarz vi ha fatto ricorso. Ma s'è visto che questi nel giro di dieci-vent'anni presentavano screpolature che davano luogo a infiltrazioni d'acqua: usati in esterni essi infatti non hanno mostrato di avere l'elasticità sufficiente per non screpolarsi sotto le sollecitazioni delle escursioni termiche. Le vetrate storiche legate a piombo invece resistono secoli, grazie alla loro migliore elasticità. Le singole tessere colorate della vetrata di Gerhard Richter sono legate col silicone. Le vetrate di Kim en Joong invece sono colorate e impresse a fuoco.

 
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