"Voi, cari giocatori, siete molto popolari: la gente vi segue molto, non solo quando siete in campo ma anche fuori. Questa è una responsabilità sociale! Mi spiego: nel gioco, quando siete in campo, si trovano la bellezza, la gratuità e il cameratismo. Se a una partita manca questo perde forza, anche se la squadra vince. Non c’è posto per l’individualismo, ma tutto è coordinazione per la squadra. Forse queste tre cose: bellezza, gratuità, cameratismo si trovano riassunte in un termine sportivo che non si deve mai abbandonare: “dilettante”, amateur. E’ vero che l’organizzazione nazionale e internazionale professionalizza lo sport, e dev’essere così, ma questa dimensione professionale non deve mai lasciare da parte la vocazione iniziale di uno sportivo o di una squadra: essere amateur, “dilettante”. ..
Il laboratorio dei talenti frutto del lavoro congiunto delle Commissioni Episcopali della Cei “Cultura e comunicazioni sociali” “Famiglia e vita”. Dietro la ripresa di interesse attorno agli oratori si intuisce che c’è non semplicemente una emergenza, ma la sfida di sempre che è quella di offrire un contesto promettente per la crescita integrale delle giovani generazioni.
Riprende la seconda fase della Scuola di Pensiero 2013 "Quale Verità per lo sport" da giovedì 11 aprile fino a giovedì 21 novembre 2013 a Roma, presso Casa Arso (Via Aurelia 773 - tel. 06 5027500).