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Mons. Giuliodori (CEI), "Una presenza significativa"
Fonte: www.agensir.it
18:20 - DIOCESI IN RETE: MONS. GIULIODORI (CEI), “UNA PRESENZA SIGNIFICATIVA”
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Nella Rete “non basta avere una vetrina ben fatta”, ma è necessaria da parte dei cattolici “una presenza significativa in questo nuovo contesto di ‘social network’”. È uno dei punti messi in evidenza da mons. Claudio Giuliodori, vescovo di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia e presidente della Commissione episcopale per la cultura e le comunicazioni sociali, intervenuto oggi pomeriggio a Roma per concludere il seminario “Diocesi in rete. Chiese locali, internet e social network”, promosso dall’Ufficio per le comunicazioni sociali e dal Servizio informatico della Cei. Mons. Giuliodori ha esordito mostrando la necessità d’inserire questo incontro in un “itinerario di appuntamenti formativi” della Chiesa italiana che, a partire da “Parabole mediatiche” nel 2002, ha costituito un “patrimonio che si è andato consolidando”. Ma, ha aggiunto, quest’incontro va anche collocato “in un crinale tra il decennio del ‘comunicare il Vangelo’ e quello dell’‘educare alla vita buona del Vangelo’”. Internet, e in particolare il panorama dei social network, ha precisato il vescovo, “non è solo qualcosa per addetti ai lavori, ma il contesto esistenziale nel quale oggi si giocano questioni di senso”. (segue)
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18:21 - DIOCESI IN RETE: MONS. GIULIODORI (CEI), “UNA PRESENZA SIGNIFICATIVA” (2)
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“La sfida delle nuove tecnologie - ha proseguito mons. Giuliodori – non è solo l’aggiornamento tecnologico, ma la capacità e possibilità di offrire contenuti”. In questo i cattolici hanno un vantaggio – “abbiamo tanti fornitori di notizie perché tante sono le esperienze di vita vissuta” – purché si entri “nei linguaggi della Rete”. “Noi – ha sottolineato – abbiamo il dovere di declinare le istanze della fede con i nuovi linguaggi, mettendo a disposizione competenze e risorse”. Ricordando che “tutto questo si colloca all’interno di un orizzonte determinato e concreto della Chiesa italiana: il progetto culturale, che ci ha guidato in questi 15 anni – ha concluso mons. Giuliodori – nell’interfacciare l’esperienza di fede con le esigenze del nostro tempo”. |
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