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S.E. Mons. Dante Lafranconi   versione testuale
Vescovo di Cremona

Due premesse
 
1. Il titolo di questa comunicazione induce a far convergere le considerazioni sulla figura del Cate¬chista e sulla sua capacità pedagogica, che, come si sa, è assai più che l’abilità didattica, anche se da questa non può prescindere. Essa richiede prima di tutto di sta¬bilire una relazione sincera e cordiale con le persone che, nel nostro caso, sono quelle accompa¬gnate dal Catechista alla cono¬scenza del mistero di Cristo (espressione sintetica per indicare la sua persona, la sua storia e il suo insegnamento, la rivelazione del volto di Dio-Trinità, il patri¬monio di grazia che Egli ha af¬fidato alla Chiesa, …), e alla esperienza di vivere come suoi disce¬poli. Il Catechista, infatti, non è solo un maestro che si occupa di insegnare delle verità (l’ambito cognitivo della fede), ma è anche un testimone e, per così dire, un compagno di viaggio delle persone a cui offre il suo ser¬vizio in nome della Chiesa. La sua è opera di educatore e il rapporto educativo – lo sappiamo tutti – richiede come prima condizione di conoscere la persona che si vuole educare.