Sussidio Avvento 2013 - Indicazioni liturgiche - 5 gennaio - II Domenica di Natale 
5 gennaio - II Domenica di Natale   versione testuale
· Questa domenica si presenta come una commossa contemplazione del mistero dell’incarnazione. Tuttavia, il clima vacanziero e l’affastellarsi di tante ricorrenze possono distogliere i fedeli dalla necessaria concentrazione. Sarà cura dei ministri ordinati aiutare le assemblee a vivere innanzitutto il giorno del Signore: il tempo di Natale, infatti, non cancella la solenne memoria settimanale della risurrezione del Signore. Inoltre, un calda monizione iniziale potrà dare slancio alla preghiera dell’assemblea e a “ritornare” al mistero centrale di questo tempo liturgico , l’incarnazione del Verbo.
 
· Non si affievolisca l’attenzione al canto in modo che le celebrazioni di questa domenica non appaiano come delle semplici parentesi tra grandi solennità, ma autentiche celebrazioni della misericordia di Dio che ha posto la sua abitazione in mezzo agli uomini (cfr. Gv 1,14).
 
· L’omelia, nello stile e nel linguaggio, aiuti le assemblee a entrare nel cuore dei testi proclamati, testi non sempre facili da approcciare. Soltanto una forma orante dell’omelia, attenta a non scivolare verso uno stile troppo cattedratico e distaccato, potrà essere una vera celebrazione del mistero della Sapienza divina che ha fissato la sua tenda in mezzo al suo popolo (cfr. Sir 24,9) nel Natale di Cristo rendendo ogni uomo figlio nel Figlio fatto uomo (cfr. Ef 1,5; Gv 1,12).
Una proclamazione dignitosa dei testi biblici e il canto del salmo responsoriale potrebbe giustificare un’omelia più breve del solito allo scopo di favorire successivamente un congruo spazio di silenzio.
 
· Questa domenica, collocata a ridosso dell’Epifania del Signore e tra le grandi solennità del tempo natalizio, può essere l’occasione per riscoprire il silenzio nelle celebrazioni liturgiche. Esso, infatti, è «parte della celebrazione» (OGMR 45) e va compreso e vissuto secondo quanto il rito richiede. Pertanto, durante l’atto penitenziale dopo l’invito alla preghiera il silenzio aiuta il raccoglimento; dopo l’omelia è un invito alla meditazione della Parola proclamata; dopo la comunione eucaristica apre alla preghiera interiore. Anche in risposta alle intenzioni della preghiera universale è possibile rispondere «pregando in silenzio» (OGMR 71).