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 Salsomaggiore 22-26 giugno 2011 - Evidenza - Una fragilità che coinvolge tutti 
Una fragilità che coinvolge tutti   versione testuale

“Il tema che affrontiamo con questo Convegno – Luci di speranza per la famiglia ferita – pone il delicato problema del ‘fare’ e del ‘come’ fare famiglia; ci porta a confrontarci con le fragilità delle relazioni e ad avvertire quanto sia vero che la famiglia è ad un tempo forte e debole…”.
 
Non è stato un saluto di circostanza quello offerto da S. E. Mons. Enrico Solmi, Presidente della Commissione Episcopale per la Famiglia, in apertura del Convegno promosso a Salsomaggiore (22-26 giugno) dall’Ufficio Nazionale della CEI.
Il Vescovo, fin dalle prime battute, ha lasciato intuire come si tratti di frontiere che chiamano a raccolta tanto la Chiesa che la società civile, e che richiedono l’avvertenza che i soggetti coinvolti in situazioni di separazione, divorzi e a volte anche di nuove unioni, non devono mai essere accostate come fossero categorie a parte.
 
Sul fronte ecclesiale, dopo aver sottolineato che la preoccupazione per le persone e le famiglie ferite viene da lontano – e, in forme diverse, si è espressa nell’esperienza della pastorale familiare, dei consultori, dei tribunali ecclesiastici – mons. Solmi ha dato voce alla necessità di far diventare consueto questo sguardo per “fratelli e sorelle che sono Chiesa”: a tal punto, da non dover venire accostati semplicemente come destinatari di attenzione e cura, ma quali fedeli che, pur in situazioni matrimoniali irregolari o comunque difficili, possono a loro volta contribuire all’edificazione della comunità.
 
Questo tempo difficile, che fa toccare con mano fatiche e debolezze – ha aggiunto – non impedisce alla Chiesa di annunciare in parole e opere il Vangelo del matrimonio, nella pluralità dei suoi doni: “La verità dell’annuncio, infatti, non solo non deve significare chiusura o preclusione, ma al contrario è forza e speranza”.
Tale verità d’amore testimoniata dalla Chiesa – ha proseguito Solmi – è Cristo, verità che attrae, sostiene, cammina e fa camminare; quel Cristo che va a Cana di Galilea, che attende al pozzo la donna samaritana, che entra in casa di Pietro e ne guarisce la suocera… E’ una verità di grazia, ha aggiunto, che la Chiesa – quale Madre – porge a tutti, ammonendo “chi sta in piedi” a evitare la presunzione di non poter cadere…
 
Mons. Solmi, con affabile cordialità, ha incoraggiato a continuare “senza paura” un’opera di prossimità. Agli operatori della famiglia, primi destinatari del Convegno, il Vescovo ha additato l’obiettivo di una pastorale integrata, capace di far sinergia a beneficio di tutti.