La Quaresima e il Triduo pasquale   versione testuale

O Dio, nostro Padre, con la celebrazione di questa Quaresima, segno
sacramentale della nostra conversione, concedi a noi tuoi fedeli di crescere nella
conoscenza del mistero di Cristo e di testimoniarlo con una degna condotta di vita.
Colletta, prima domenica di Quaresima
 
 
L’esercizio sacramentale della Quaresima
La colletta della prima domenica designa la Quaresima come annua quadragesimalis exercitia sacramenti. Già presente nel Gelasiano, l’antica orazione unisce il vocabolario militare (exercitia) a quello misterico (arcanum). Il cammino quaresimale, robusto allenamento e reale immersione nel mistero di Cristo, diventa il modello di tutta la vita cristiana (segno sacramentale della nostra conversione). Il testo allude ad una crescita progressiva che coinvolge sia la relazione più profonda con il Signore sia la vita buona e degna nelle opere, a sua immagine.
La Quaresima è detta dall’eucologia “sacramentum” (colletta e orazione sulle offerte, I domenica), perché essa sorge dal gesto spirituale di Gesù, condotto nel deserto dallo Spirito, e perché vi si riconosce la trasformazione efficace che può avvenire nella vita dei cristiani. Essi vi entrano “protesi alla gioia pasquale, sulle orme di Cristo Signore” (Inno dell’Ufficio delle letture) e seguono il suo “austero cammino” composto di elementi penitenziali e catecumenali (SC 109). Nel suo orientamento e nella sua conclusione, la Quaresima si rivela dunque come itinerario dal carattere pasquale.
 
Ardeva il fuoco, ma non si consumava
Molto ispirata è, dal punto di vista liturgico, la coincidenza del Giubileo Straordinario della Misericordia con questo ciclo di letture C. Nell’anno C, infatti, i grandi temi della Storia della salvezza sono riletti a partire dal tema del culto a Dio (testi previsti come prima lettura la domenica) e della misericordia che apre alla conversione (vangelo). Vivere la Quaresima è accogliere la forza rinnovatrice della Misericordia.
 
La sobrietà non è trascuratezza
Celebrare con un adeguato linguaggio liturgico quaresimale non significa trascuratezza o povertà rituale. Occorrerà molta attenzione perché il programma musicale sia semplice ed evocativo, non solenne. Così, parimenti, perché lo spazio liturgico dell’aula sia pronto, è necessario progettare una bellezza differente, sobria. I linguaggi più adeguati sono il silenzio e l’essenzialità, mai l’improvvisazione.
 
Si ricorda che il Messale Romano italiano prevede per la Quaresima l’uso di cinque prefazi (I-IV pp. 320-324). Il primo e il secondo sono offerti per ogni giorno, soprattutto per le domeniche, quando non ne è previsto uno più specifico. Gli altri tre sono previsti solo per i giorni feriali. Prefazi specifici sono previsti per la prima (p. 72-73) e la seconda domenica (p.81). Nell’anno C si possono usare comunque le letture e i prefazi previsti per le altre domeniche (III, IV e V) con ispirazione catecumenale, se ne è il caso. Altrimenti si possono utilizzare il primo o secondo di Quaresima (pp. 320-321), celebrando la messa “ad libitum” con le letture e le orazioni proprie in un giorno feriale successivo. Il prefazio della passione del Signore I (p. 325) è riservato per le ferie della quinta settimana di Quaresima e per le messe della Croce e Passione del Signore. La Quaresima è un tempo opportuno per l’uso della Preghiera eucaristica della Riconciliazione I e II (919-926), con il prefazio proprio o con uno che svolga i temi della riconciliazione o del cambiamento di vita.
 
La Settimana santa
O Dio, […] benedici questi tuoi figli […] perché, attraverso l'itinerario spirituale della Quaresima, giungano completamente rinnovati a celebrare la Pasqua del tuo Figlio, il Cristo nostro Signore”. Giungere purificati alla celebrazione del Mistero pasquale è l’obiettivo del percorso quaresimale. Con questo si intende chiaramente un itinerario integrale fatto di carità, preghiera e digiuno. Non è tuttavia un abuso far rientrare tra le preoccupazioni pastorali della Quaresima anche quella di preparare con congruo anticipo lo spirito e il progetto per una adeguata celebrazione dei santi misteri della Settimana santa, e del suo Triduo in particolare. Non si sottovaluti la difficoltà che deriva dal carattere inusuale ed eccezionale dei riti proposti, con gesti, riti, orari e linguaggio peculiari solo di questi giorni.
È dunque indispensabile decidere con la comunità una preparazione remota, che preveda una catechesi liturgica, la preparazione musicale, la predisposizione dei numerosi oggetti necessari e la buona divisione dei compiti. Nel tratto di tempo più vicino, la comunità sarà coinvolta in un evento rituale molto intenso, a suo modo unico.
Perché la preparazione sia adeguata alla natura del mistero, è inoltre necessario dare la prima attenzione al suo centro: la Veglia Pasquale, dunque, poi il Triduo santo, la Domenica di Passione.
 
Il Triduo del Signore crocifisso, sepolto e risorto
Ciò che la comunità dei credenti rinnova ogni domenica, nel Triduo santo è celebrato nella sua ricchezza. Un unico mistero, dunque, non una semplice preparazione didattica alla solennità della Pasqua: il Triduo celebra l’Evento pasquale in tre giorni.
 
La Messa in cena Domini
Celebrazione dal ritmo più prossimo all’eucaristia domenicale, la messa in cena Domini introduce nel mistero pasquale proprio perché rispetta l’intenzione del Cristo: lasciare in memoria di sé il gesto eucaristico. Non complesso nella preparazione, il rito si presenta semplice, con la peculiarità della lavanda dei piedi e della conclusione con l’adorazione eucaristica.
 
In passione Domini
La Chiesa, nel giorno in cui le è sottratto lo Sposo, digiuna. Giorno senza celebrazione eucaristica: il linguaggio simbolico non è quello del lutto o del lamento, ma della contemplazione del dono del Crocifisso, nel silenzio. La Pasqua sempre conserva al cuore il sacrificio nel duello tra il Cristo e la morte.
 
Il Sabato santo
È il tempo del silenzio, della sosta in attesa del percorso che il Signore compie agli inferi, per risalire vincitore. Solo la preghiera delle Ora raduna la comunità credente.
 
La Domenica di risurrezione
La Madre di tutte le veglie è celebrazione preziosa e complessa, trasparenza del mistero ancor più della messa del giorno. Se non preparata, la comunità rischia di non gioire della ricchezza della messa in resurrectione Domini. Per questo, la simbologia buio/luce, esterno/interno, silenzio/tripudio, morte/vita va tradotta nella realtà locale con canti, ministeri adeguati, cura degli oggetti previsti.