15 maggio
Pentecoste    versione testuale

Egli vi darà un altro Consolatore
perché rimanga con voi sempre.
(Ant. comunione)

«O luce beatissima, invadi nell’intimo il cuore dei tuoi fedeli». È con questa invocazione sulle labbra e nel cuore che la Chiesa celebra il mistero della Pentecoste cinquanta giorni dopo la Pasqua.
Una volta compiuta l’opera che il Padre aveva affidato a Cristo, prima che il giorno di Pentecoste giungesse alla fine, fu inviato alla Chiesa lo Spirito Santo, dono del Risorto, per santificarla e perché i credenti avessero accesso alla vita divina. È lo Spirito del Padre e del Figlio, il Consolatore, che rimane con noi per sempre (cf. Gv 14,16), dono per eccellenza che il Padre fa agli uomini: egli insegnerà ogni cosa e ricorderà le parole del Signore (cf. Gv 14,26). Essi sono perciò resi partecipi, anche con i loro corpi mortali (cf. Rm 8,10), della medesima gloria del corpo risorto di Cristo. Con l’effusione dello Spirito, preannunciata dai profeti e realizzata dal Risorto, viene dunque inaugurato il tempo della Chiesa in cui il Paraclito conduce alla “verità tutta intera”, interiorizza il mistero di Cristo, lo rende presente per i credenti di ogni luogo e di ogni tempo, guida e sostiene la Chiesa nella sua missione di annuncio e di testimonianza del Vangelo. 
 
Come per la festa di Pasqua, anche la festa di Pentecoste ha conosciuto una veglia, nella quale originalmente, come nella veglia di Pasqua, si amministrava il Battesimo. Il Messale attuale prevede una «Messa vespertina nella vigilia», con preghiere e letture proprie (cf Messale, pp. 239-240). Lo stesso Messale, poi, prevede che, «se si ritiene opportuno fare una celebrazione prolungata, sul modello della Veglia pasquale, si potranno inserire i Vespri nella celebrazione della Messa con una lettura più abbondante della parola di Dio, usando letture a scelta indicate per questa celebrazione nel Lezionario festivo» (Messale Romano, p. 979). Queste indicazioni - sia a proposito della “Messa vespertina nella vigilia” che di una celebrazione vigilare più ampia - partono dal presupposto che si partecipi anche alla “Messa del giorno”, come momento centrale della festa. Altro elemento caratteristico della Messa di Pentecoste è la bellissima sequenza Veni Sancte Spiritus. La liturgia attuale la colloca prima del canto del Vangelo e sarebbe opportuno eseguirla in canto o declamata con un sottofondo musicale. Per sottolineare il legame della Pentecoste con la Pasqua suggeriamo di iniziare la Messa con il rito dell’aspersione, utilizzando uno dei due schemi del “Formulario II” (pp. 1034-1035 del Messale).
 
Dopo i Secondi Vespri termina il Tempo di Pasqua, si spegne il Cero pasquale, che viene portato presso il battistero e verrà acceso in occasione della celebrazione dei battesimi e delle esequie, per richiamare la prima e ultima Pasqua del cristiano. Il calendario liturgico prevede, per quanti vogliono utilizzarlo, la possibilità di compiere un piccolo rito di spegnimento del Cero.