Offrire « uno sguardo ampio sulla vita della Chiesa» e permettere a tutti « di nutrire il nostro senso ecclesiale nel modo corretto»: è anche per questo che Avvenire ricopre un ruolo «prezioso» nel panorama attuale dei mezzi dinformazione. Lo sottolinea il vescovo di Brescia, Luciano Monari, nellarticolo che viene pubblicato oggi nella pagina dedicata alla diocesi lombarda in occasione della Giornata del quotidiano cattolico. «Una delle difficoltà a sentirsi partecipi in pienezza della vita della Chiesa sta proprio nellimmagine riduttiva che abbiamo della stessa - scrive Monari -. Siamo degli inguaribili provinciali e facciamo fatica a vedere le cose entro un orizzonte completo, cattolico » . Un richiamo che il presule ha voluto sottolineare anche ieri mattina durante lincontro con i giornalisti e gli operatori delle comunicazioni sociali al Centro pastorale Paolo VI. «È diffusa lidea che la Chiesa e i credenti non siano del tutto ragionevoli - ha detto Monari -. Cè dunque bisogno di far capire che chi crede nellamore di Dio non lo fa in modo stupido». Un compito di particolare responsabilità anche sociale e culturale, che, secondo il vescovo, spetta a tutti coloro che lavorano nel mondo dei media e dellinformazione. Oggi la pagina speciale su Brescia si apre con un articolo dedicato alla proclamazione di Angela Merici a «patrona secondaria della diocesi », con il calendario delle celebrazioni che si tengono in questi giorni per loccasione. Accanto alla riflessione di Monari, poi, uno spazio è riservato ad alcuni «appunti » sulla recente visita a Brescia di Benedetto XVI. La pagina, infine, si chiude con un articolo sulle proposte dellUfficio diocesano per le comunicazioni sociali, che ha messo a punto una serie di iniziative sulluso del cinema e dei linguaggi cinematografici nella pastorale. Proprio riflettendo sullinformazione intorno alla vita della Chiesa, infine, Monari nella sua riflessione sottolinea che « si può avere un senso forte di appartenenza alla Chiesa solo conoscendone la vita, gli sforzi, le fatiche, i successi e le difficoltà». Una nota che suona come un mandato per tutti i giornalisti che si trovano a scrivere sulla vita della comunità cristiana.