La famiglia fa da scudo e i genitori cercano di proteggere i figli dalle conseguenze della crisi economica, anche quando questa pone problemi gravi. Il dato emerge dallindagine Minori, mass media e crisi economica presentata il 21 ottobre a Firenze e realizzata dal Centro studi minori e media, in collaborazione con lateneo del capoluogo toscano. In questa quarta ricerca (nelle precedenti edizioni si è parlato di videogiochi, telefonia mobile, cultura politica, ndr) su temi attinenti il rapporto dei minori con i media - spiega la presidente del Centro, Laura Sturiale - abbiamo scelto di affrontare la crisi perché è l«argomento del giorno». Volevano verificare qual è la percezione dei giovani, come vedono il ripercuotersi della crisi in famiglia e se è cambiato il loro stile di vita. Lindagine ha coinvolto 1.235 ragazzi e ragazze di 17 scuole medie superiori in 9 regioni italiane. Sebbene la quasi totalità delle famiglie segua le notizie sulla crisi economica (e il 73,3% con regolarità), solo la metà dei genitori cerca di coinvolgere i figli, di responsabilizzarli sui problemi che la crisi economica pone alla famiglia. E questo nonostante le difficoltà - che si manifestano in una riduzione di viaggi e vacanze, pasti fuori casa, acquisto di vestiti e oggetti elettronici - interessino il 60% delle famiglie. Solo il 6% dei giovani ha dichiarato di aver avuto un grosso cambiamento nel proprio stile di vita, osservano i curatori della ricerca Alberto Marradi, Barbata Saracino e Livia Tosi. Mutamento che è comunque limitato al 30% di coloro le cui famiglie a motivo della crisi hanno problemi gravi. La ripartizione territoriale mostra che ad essere maggiormente colpito è il Sud. Ma come sinformano i giovani, e con chi parlano della crisi? Qui, secondo gli esperti, si trova il dato più originale dellindagine. Il canale dinformazione privilegiato è la tv (75%), mentre i giornali si fermano al 9% (di cui un 4% riguarda la free press) e internet al 7%. Interlocutori privilegiati su tale argomento sono i genitori e gli insegnanti. Per i giovani intervistati, le principali cause della crisi sono levasione fiscale, la presenza di paradisi fiscali e lassenza di regole e organismi di controllo. Responsabili, invece, sono governi, banche e multinazionali. Laumento del divario tra ricchi e poveri sarà la conseguenza maggiore di questa crisi, ma, guardando al futuro, vi è pure un 14% di studenti convinto che la vita migliorerà perché la gente tornerà a dare importanza alle cose essenziali. Infine, sostegno alle famiglie, a quanti perdono il lavoro e alle imprese sono le misure che, in questo frangente, i giovani chiedono al governo.