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Film verso Firenze: malattia e speranza

Pubblicata la terza scheda della Commissione Nazionale Valutazione Film - Fondazione Ente dello Spettacolo in preparazione al Convegno Ecclesiale Nazionale di Firenze. Tema al centro della riflessione è La speranza nella malattia.
La malattia è sempre stata presente nelle storie del grande e piccolo schermo. Nell’ultimo decennio, però, qualcosa è cambiato. Diversa è la modalità di racconto della malattia, presentata sì per le sue difficoltà ma anche affrontata con speranza e persino ironia o umorismo. Pensiamo a Il lato positivo (Silver Linings Playbook, 2013) di David O. Russel, Quasi amici (Intouchable, 2011) di Eric Toledano e Olivier Nakache, 50 e 50 (50&50, 2012) di Jonathan Levine, Colpa delle stelle (The Fault in Our Stars, 2014) di Josh Boone (cfr. la foto di questa pagina) e Teneramente folle (Infinitely Polar Bear, 2015) di Maya Forbes.
In televisione l’esempio più recente è la serie Rai Braccialetti rossi. Non sono mancate certo visioni narrativamente più tradizionali come Still Alice (2014) di Richard Glatzer e Wash Westmoreland, dove la famiglia gioca un ruolo decisivo e la malattia diventa l’occasione per riconciliare le relazioni. Ricordiamo inoltre storie difficili ma edificanti come Io sono Mateusz (Life Feel Good, 2013) di Maciej Pieprzyca, dove l’orizzonte della malattia si tinge di possibilità. «Anche quando la malattia, la solitudine e l’inabilità hanno il sopravvento sulla nostra vita di donazione, l’esperienza del dolore può diventare luogo privilegiato della trasmissione della grazia e fonte per acquisire e rafforzare la sapientia cordis. Si comprende perciò come Giobbe (…) rivolgendosi a Dio possa affermare: “Io ti conoscevo solo per sentito dire, ma ora i miei occhi ti hanno veduto” (42,5)» (Francesco, Messaggio per la XXIII Giornata Mondiale del Malato 2015).


La prima scheda

La seconda scheda

 


Ultimo aggiornamento di questa pagina: 21-OTT-15
 

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