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WhatsApp: attenti al baffo!

La guardi – guardi qualunque invenzione di successo sulla Rete – e pensi: perché non l’ho creata io; era un’idea così semplice. Aldilà della facile retorica sul fatto che chiunque avrebbe potuto pensarle, le idee vincenti sul web hanno tutte una cosa in comune: sono semplici. Semplici da capire e semplici da usare. Così semplici da averci cambiato la vita.
Prendete WhatsApp, che festeggia ora i 5 anni (e per l’occasione ci ha regalato una sorpresa che manderà molti in tilt). È nato su un unico semplicissimo concetto: se lo usi, puoi inviare sms gratis. Facile da capire, facile da usare e molto, molto conveniente. Tanto più che WhatsApp permette anche l’invio di foto, di messaggi audio e di video, la condivisione della posizione e la creazione di chat di gruppo.
Quest’ultima è un’invenzione geniale (e ancora volta «semplice»): ogni utente del sistema può creare un gruppo di persone collegate tra loro in tempo reale o aderire a un gruppo creato da altri. Così, con un unico messaggio, si comunica a tutti. Agli amici del calcetto, ai compagni di scuola, a un gruppo di lavoro o di amici, ai parenti eccetera. Non c’è limite all’uso.
A prima vista sembra quasi nulla. Ma è un «quasi nulla» che ha convinto 500 milioni di utenti attivi, i quali ogni giorno scambiano sulla piattaforma 700 milioni di fotografie e circa 10 miliardi di messaggi di testo. Nel 2015 arriveranno anche le telefonate gratuite (in stile Skype) ma per ora il sistema funziona così. Il primo anno è gratis e dal secondo costa 0,89 centesimi di euro ogni 12 mesi. Per il suo compleanno, come accennavamo, è arrivata una sorpresa che, ancora una volta, cambierà la vita a molti. Agli albori di WhatsApp ad ogni messaggio inviato appariva un baffetto che indicava che era stato spedito. Poi è arrivato un secondo segno (due baffetti) a indicare che il messaggio era stato ricevuto.
Da oggi, quando i due baffetti verdi diventano blu significa che la persona cui avete inviato il messaggio non solo l’ha ricevuto, ma lo ha anche letto. Quindi, se non vi sta rispondendo è perché non vuole farlo. Si prevedono orde di fidanzati/e ansiosi, genitori in fibrillazione e permalosi all’ennesima potenza.
Per Facebook che, pochi mesi fa, ha comprato WhatsApp per 19 miliardi di dollari si tratta di una sola cosa: un altro modo per renderci sempre più dipendenti dalla piattaforma.
Semplice, no?

Gigio Rancilio
 


Ultimo aggiornamento di questa pagina: 07-NOV-14
 

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