Agi - 19 gennaio 2009
"Sono tre, sostanzialmente, i modelli di presenza delle esperienze religiose sul Web: il modello della vetrina: luso di Internet per rendere note le proprie iniziative; il modello del contatto: luso della Rete per tenere in collegamento gli aderenti a una comunita religiosa; il modello della sacralizzazione del Web: adottato per fondare nuovi culti, per lo piu costruiti a immagine e somiglianza delle religioni storiche". E lanalisi del prof. Adriano Fabris, docente di filosofia morale dellUniversita di Pisa, proposta al convegno promosso dallUfficio Nazionale per le Comunicazioni Sociali e dal Servizio informatico della Cei, su "Chiesa in rete 2.0" Secondo Fabris emerge nelluso del Web da parte di istituzioni religiose e soprattutto da parte dei cosidetti "nuovi culti", cioe delle sette, un problema legato al "corretto comportamento in Internet". "Da questa prospettiva - spiega - le nostre azioni, le nostre opere, sono cio che ci fa riconoscere come quello che siamo". E dunque se da parte cattolica "siti non accessibili, difficilmente usabili, dallapparenza complicata, sono ovviamente un cattivo biglietto da visita" e criticabile anche "un abuso nellutilizzo della mailing list per dare informazioni o visibilita a questa o quella iniziativa", nel quale cadono spesso i nuovi movimenti religiosi.