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Trasformare il semplice contatto in vera partecipazione

"Trasformare il semplice contatto in una forma di vera partecipazione e promuovere per questa via una partecipazione buona”. È questa “la sfida che la Chiesa in Rete oggi deve far propria". È quanto ha affermato questa mattina Adriano Fabris, docente di filosofia morale dell’Università di Pisa, intervenendo al convegno promosso dall’Ufficio per le comunicazioni sociali e dal Servizio informatico della Cei, su “Chiesa in rete 2.0”.

Richiamando i dati di un’indagine effettuata dal Centro interdisciplinare di ricerche e di servizi sulla comunicazione dell’Università di Pisa, Fabris ha rilevato che “sono tre, sostanzialmente, i modelli di presenza delle esperienze religiose sul Web sperimentati soprattutto fino ad oggi”. Il primo, ha detto, è il “modello della vetrina: l’uso di Internet per rendere note le proprie iniziative”. Il secondo è il “modello del contatto: l’uso della Rete per tenere in collegamento gli aderenti a una comunità religiosa”. Il terzo è il “modello della sacralizzazione del Web: adottato per fondare nuovi culti, per lo più costruiti a immagine e somiglianza delle religioni storiche”.

Nella dimensione del Web 2.0, ha detto Fabris, “il secondo modello, da pura e semplice occasione di collegamento, si trasforma in modalità di effettiva partecipazione”.


Ultimo aggiornamento di questa pagina: 19-GEN-09
 

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