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Irc e didattica multimediale
Quale futuro si prospetta per l’ora di religione nella scuo­la di domani, la scuola 2.0? Fatta oggetto di critiche, dell’ora di religione si torna a parlare, com’è ac­caduto anche di recente per il mes­saggio dei vescovi italiani a studen­ti e famiglie perché al momento del­l’iscrizione optino per avvalersi di questo insegnamento che – ne sono sempre più convinto – non può non entrare a far parte del bagaglio cul­turale delle giovane generazioni.

C’è però un altro fattore che dob­biamo prendere in considerazione quando si parla di ora di religione a scuola, cioè il cambiamento in atto nei bambini e negli adolescenti che si presentano oggi sui banchi di scuola. È evidente che gli alunni che ci troviamo davanti ogni giorno ar­rivano in classe carichi di «attese» che spesso vengono «disattese» per­ché la scuola (e anche l’ora di reli­gione) nella maggioranza dei casi appare lontana dal loro mondo, non è più un ambito dove si fanno sco­perte perché l’apprendimento – di­cono i pedagogisti – avviene in gran parte per via informale. Special­mente tra i 6 e i 13 anni quelli che vengono chiamati «nativi digitali» manipolano la tecnologia e vorreb­bero spazi tecnologici anche a scuo­la dove invece si ritrovano per ore su libri, quaderni e voci noiose degli insegnanti. La scuola se ne sta ac­corgendo e ha introdotto Lim, Ta­blet e Classi 2.0. Come si colloca l’insegnamento della religione in questo panorama nuovo? La sfida dell’ora di religione rimane la stessa di sempre: fare «Cultura cattolica» con la «C» maiu­scola, ma oggi necessariamente con una metodologia e un approccio di­versi dal passato, grazie all’uso di tutti quegli strumenti che la tecno­logia offre. La strada è quella che alcuni docenti di religione hanno già intrapreso: l’introduzione di una didattica in­terattiva e multicanale che non tra­lascia niente dei contenuti dell’In­tesa ma lo fa con una metodologia al passo con i tempi. Inoltre non tut­ti hanno capito che l’uso della tec­nologia in classe è una risorsa non solo per i ragazzi ma anche per i do­centi. Alcuni di loro, non più giova­nissimi, hanno avuto il coraggio di rimettersi in discussione e oggi van­no a scuola felici di sperimentare u­na didattica nuova e in grado di ri­costruire un rapporto significativo con i loro alunni.

Anche l’ora di religione deve perde­re quella patina di vecchio trasfor­mandosi in una materia all’avan­guardia rispetto ad altre materie, e spesso anche alla scuola stessa. L’e­sperienza di una didattica della re­ligione 2.0 potrebbe essere trasferi­ta anche nell’ambito dell’essere e­ducatori cattolici al tempo del Web. I docenti di religione che hanno co­minciato a percorrere questa strada si sono organizzati già da tempo: su Facebook esiste un gruppo «inse­gnanti di religione cattolica 2.0» che conta 1.800 iscritti e ha messo in contatto persone ed esperienze da tutta Italia.

Luca Paolini
Insegnante di religione a Livorno e curatore del blog «Religione 2.0»
 


Ultimo aggiornamento di questa pagina: 08-APR-14
 

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