SNEC - Un libro al mese
Il contenuto



L‘introduzione, dal titolo “Nuova Alleanza”, puntualizza i cardini dell‘iniziativa che consistono nel «metodo del concorso, la sinergia architetto-artista-liturgista, il confronto con la contemporaneità». Il sistema concorsuale richiede capacità di gestire procedure complesse (in particolare questa sesta edizione dei Progetti Pilota, attuata tramite via telematica), ma permette anche un più ampio dialogo tra tutte le parti coinvolte. Il che è stato favorito anche dai diversi incontri compiuti tra committenti, progettisti, artisti, liturgisti. E “lavorare insieme” è in certo senso il tema portante dell‘iniziativa. Sullo sfondo di una situazione in cui vi sono certamente moltissimi architetti e artisti desiderosi di prestare la loro opera per la Chiesa, la procedura concorsuale permette di selezionare coloro i quali sono meglio qualificati e più capaci di offrire proposte significative. Perché l‘arte, come l‘architettura, non è «semplicemente una professione, è ispirazione, genialità, qualità formale» come scrive Russo. E l‘azione del committente richiede impegno per testimoniare anche attraverso l‘architettura delle chiese, così da non ricadere nell‘atteggiamento infecondo di chi è volto più a «conservare il passato che a trasmetterlo arricchito» al mondo contemporaneo e alla città futura. L‘esperienza dei recenti concorsi dei Progetti Pilota ha portato a compiere un importante cammino di maturazione nel dialogo tra Chiesa e mondo delle arti e del progetto: se l‘obiettivo non si può dire pienamente raggiunto, sono stati compiuti passi significativi e «risultati importanti sono stati ottenuti, come dimostrano alcuni esiti degli ultimi concorsi».

Nel volume è pubblicato un ampio estratto dei bandi di concorso che hanno regolato le procedure (tali bandi sono scaricabili in toto dal sito www.edculto.it). Di questi si rileva in particolare l‘importanza dell‘esame dei progetti presentati in forma anonima in diverse fasi che permettono anzitutto di garantire la correttezza formale delle procedure e l‘aderenza dei progetti alle richieste. Vi sono due livelli di giudizio, una volta espletate le procedure formali; la Giuria di primo livello, di carattere nazionale individua, nella rosa dei sette concorrenti di ciascun concorso, le tre proposte di maggior valore qualitativo; la Giuria di secondo livello, composta in prevalenza da esponenti della Committenza diocesana, sceglie quali progetti premiare. In questo modo si garantisce la qualità dei progetti e la loro corrispondenza con le aspettative della Comunità cui sono destinate le nuove chiese che saranno costruite.

Questa tornata dei Progetti Pilota ha interessato le diocesi di Ferrara-Comacchio per il nord Italia, Tempio-Ampurias per il centro, Cassano all‘Jonio per il sud.

La presentazione dei progetti è preceduta dalla cronologia seguita dall‘iter concorsuale, cominciato nel luglio 2010 con la comunicazione inviata dalla Cei alle diocesi italiane invitandole a segnalare il loro eventuale interesse a prendere parte all‘iniziativa, sino all‘11 novembre 2012 quando sono stati comunicati ufficialmente i risultati. Le diverse tappe elencate danno conto dell‘accuratezza delle procedure. La scelta delle diocesi è stata compiuta dal Collegio dei presidenti delle Conferenze Episcopali regionali riunitosi durante la sessione del Consiglio Episcopale Permanente del 28-31 marzo 2011. Il 15 settembre si è svolto presso la Cei a Roma un seminario per i committenti. Il 24 novembre 2011 sono stati invitati i ventuno progettisti capigruppo e tutti hanno accettato l‘invito. Il mese successivo si sono svolti i sopralluoghi collettivi dei siti designati, che hanno funto anche da seminari per mettere a fuoco le tematiche fondamentali del progetto della chiesa. Entro il 1 marzo 2012 sono state inviate le risposte ai quesiti posti dai progettisti. I progetti sono stati consegnati tra il 9 e il 16 luglio 2012 e subito vagliati dalla Commissione istruttoria. In settembre si sono svolti i lavori delle Giurie di primo e secondo livello.La parte preponderante del volume è dedicata a illustrare i tutti i progetti partecipanti, per ogni sito cominciando dai vincitori, seguiti dai secondi e terzi classificati o segnalati e via via gli altri.Nel caso della parrocchia di S. Giacomo Apostolo in Ferrara (Diocesi di Ferrara Comacchio) il lotto disponibile ha una forma a “L” non lontano dal fiume e bordato da filari di alberi. 

Primo classificato
è risultato il progetto di Benedetta Tagliabue (Miralles Tagliabue EMBT), architetto italiano che vive e opera a Barcellona (Spagna), con Joan Callis capoprogetto, Gabriele Rotelli, Katrina Varian, Valentina Noris team di progetto. Liturgista don Vincenzo Gatti, artista Enzo Cucchi.Il progetto si caratterizza per la grande copertura variamente ondulata disposta a raggiera attorno al fulcro sopra l‘altare: una soluzione che accoglie camminamenti da diverse direzioni e permette un‘agile articolazione degli ambienti del centro parrocchiale.
C‘è un che di “barocco contemporaneo” in questo approccio progettuale, simile a quello seguito dagli stessi Autori nella copertura del mercato di Santa Catalina a Barcellona.Nella valutazione della giuria si nota tra l‘altro: “L‘impianto liturgico potrà essere oggetto di approfondimento, per esaltare maggiormente il dinamismo celebrativo”.L‘aula liturgica è sovrastata da due grandi travi disposte a croce che incardinano con forza il senso della direzionalità. Accanto alla chiesa, la cappella eucaristica. 

Secondo classificato è risultato il progetto di BRAU (Battistelli Roccheggiani Architetti). Progettisti, Sergio Roccheggiani e Marco Battistelli. Liturgista, don Francesco Pierpaoli; artisti Luca Pignatelli, Ercole Pignatelli, Giovanni Manfredini.Un‘architettura molto razionale e semplice, in cui l‘eloquenza dell‘aula liturgica è lasciata tutta ai tagli luce e alle schermature. Nella valutazione della giuria si nota tra l‘altro: “L‘impianto liturgico presenta elementi di problematicità che andrebbero affrontati e risolti”. 

Terzo classificato il progetto di Andrea Sciascia. Progettisti, Andrea Sciascia e Ilenia Grassedonio, liturgistaMaria Concetta Militello, artista Michele Canzoneri. Il progetto risulta “orientato” con la vetrata retrostante l‘altare che guarda verso est. Il volume della chiesa è caratterizzato da un cospicuo sporto della copertura sul lato sudovest.Nella valutazione espressa dalla giuria tra l‘altro si nota “Sarebbe necessario verificare gli aspetti manutentivi, specie in riferimento alla pavimentazione in laterizio”.

Pubblicati anche i progetti di:
 
Factory Architettura (progettisti Milena Farina, Mariella Annese, liturgista P. Silvano Maggiani o.s.m., artista Giovanna De Sanctis Ricciardone), dove nel profilo esterno traspare una certa tendenza decostruttivista che si ricompone nell‘ordinata organizzazione dell‘aula celebrativa.

Cherubino Gambardella (progettisti Cherubino Gambardella, Simona Ottieri, Alfonso Mattia Berritto, liturgista Don Giuseppe Ruggiero, artisti Battista Marello, Sergio Fermariello, Tommaso Ottieri), caratterizzato da due lunghi porticati di accesso le cui colonne determinano un ritmo di partiture verticali che si riprende nelle pareti della chiesa.

Tino Grisi (progettista Tino Grisi, liturgista Prof. Albert Gerhards, artisti Andreas Horlitz, Flavio Senoner, Patrizia Giambi, Bruno Benuzzi, Francesco Paolo Quaranta), dal segno molto marcato anche grazie alla presenza di un rosone e di una torre campanaria dotata anche di orologio, con aula liturgica molto strutturata, sorprendente tra l‘altro per il taglio obliquo delle coperture.

Paolo Mauro Sudano (Progettista Paolo Mauro Sudano liturgista Don Paolo Tomatis, artisti Giovanni Battista Busso ed Elio Garis), che si rifà alla tipologia monastica definendo un sagrato raccolto e accogliente, e un interno luminoso e di chiara impostazione.
Nel caso della parrocchia di S. Ignazio da Laconi in Olbia (OT) (Diocesi di Tempio Ampurias) il lotto disponibile è di forma rettangolare con un lato irregolare verso la strada; attorno vi sono campi brulli e, oltre la strada, l‘abitato.

Primo classificato è risultato il progetto di Francesca Leto. Progettisti, Francesca Leto, Michele Battistella, Daniele Bertoldo, liturgista Don Gaetano Comiati, artisti Mauro Zocchetta, Alberto Secchi, Sara Maragotto e Caterina Gabelli.Come nota la motivazione della Giuria, si tratta di architettura “... non ridondante, contemporanea e insieme accessibile e comprensibile. Interpretazione suggestiva di una forma semplice ed elegante...”. Il volume della chiesa si staglia con contorni nitidi che assumono significato grazie al vicino campanile.
Poiché l‘edificio è orientato (abside a est), l‘accesso al lotto, che avviene dal lato sudest, è stato valorizzato con un sagrato oblungo che continua in un ampio esonartece snodato a gomito che dà adito al battistero a sinistra e alla chiesa dall‘altro lato, così definendo un importante percorso di ingresso demarcato da significative soglie.L‘esonartece si apre in un portale strombato che evidenzia il senso dell‘accoglienza, al culmine di un percorso in leggera ascesa. La vista da est-nordest mostra la relazione tra il campanile, posto prossimo all‘ingresso al centro parrocchiale e il volume della chiesa, nella parte di fondo tagliato da una vetrata a nastro che sembra staccare la zona dell‘altare dall‘aula. I tanti fori sulla parete di fondo certamente offriranno all‘aurora un effetto luminoso suggestivo. La significatività del luogo è rimarcata dalle pitture murali. A proposito del progetto artistico, la Giuria annota che esso “di indiscussa qualità, rischia di sovraccaricare iconograficamente lo spazio…”.

Secondo classificato, il progetto di Remo Dorigati (ODA Associati). Progettisti Remo Dorigati, Paolo Oreste Menudo, Anna Brizzi, Massimo Luca Leonida Bossaglia, Sandro Enrico Beltrami, Andrea Vaccari, Chiara Dorigati, Francesco Fuoco, Gianmario Rovida. Liturgista Mons. Giuseppe Busani, artista Alberto Ghinzani.Nella sua valutazione, la Giuria rimarca che il progetto “presenta interessanti richiami alla storia locale”, ma nota tra l‘altro che il suo impatto visuale lo separa dal contesto “attenuandone le qualità di elemento aggregatore”. La chiesa si raccoglie in un volume dal perimetro poliedrico irregolare che in pianta presenta un articolato percorso di ingresso con andamento “a chiocciola” (lungo il quale si allineano un endonartece, la sacrestia, il battistero la cappella feriale e la cappella della riconciliazione) che permette l‘apertura verso la strada mentre l‘asse della chiesa è orientato con la parte absidale a est.Il volume scolpito da tagli irregolari permette di dar luogo all‘interno a uno spazio molto articolato, con la luce spiovente dall‘alto.

Terzo classificato il progetto di Guendalina Salimei (Tstudio). Progettisti Guandalina Salimei e Roberto Grio, liturgista P. Silvano Maggiani o.s.m., artisti Pinuccio Sciola, Oliviero Rainaldi, Davide Orlandi Dormino, Alessandra De Bernardis, Sr. M. Agar Loche, Lucia Ghiotto, Silvio Tironi.In questo progetto l‘ingresso alla chiesa è stato posto prossimo all‘entrata nel centro parrocchiale. Il suo volume occupa la parte centrale del lotto, due lati del quale sono definiti dai locali per i servizi parrocchiali.I profili ad anse e rigonfiamenti irregolari, e la copertura che sale restringendosi e culminando con la croce nella zona sopra l‘altare si inseriscono molto bene nella tipologia edilizia tradizionale dell‘isola. Nota la giuria: “si relaziona positivamente con il contesto per la riconoscibilità della forma...”. Nella parte posteriore la chiesa presenta una grande croce intagliata nella parete a indicare la presenza dell‘altare.Il progetto riecheggia la complessità di certe opere di Michelucci, anche nella scelta dei materiali utilizzati.


Ultimo aggiornamento di questa pagina: 03-GIU-14
 

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