Una magna charta delle comunicazioni sociali che sottolinea limpegno della Chiesa italiana a comunicare il vangelo nella cultura mass mediale. Si tratta del Direttorio sulle comunicazioni sociali nella missione della Chiesa, un documento che nellottica del progetto culturale orientato in senso cristiano riprende le numerose indicazioni emerse progressivamente in questi anni: dal Convegno Ecclesiale di Palermo (1995) alla 42a Assemblea Generale di Collevalenza (novembre 1996) fino agli orientamenti pastorali per il decennio 2001-2010 Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia. Una piattaforma unitaria per i media ecclesiali, gli organismi e le iniziative nel campo delle comunicazioni sociali, nonché per i professionisti cattolici che operano nelle strutture pubbliche e private della comunicazione sociale.
Uno strumento utile, il Direttorio, sia per favorire un maggiore raccordo sinergico tra i media sia per sviluppare una pastorale organica supportata da organismi e strutture come gli uffici diocesani e regionali delle comunicazioni sociali, le associazioni del settore e i centri formativi, in modo particolare i seminari e le facoltà teologiche. Utile al riguardo per capire meglio il documento è quanto sottolineato dalla Redemptoris missio al n.37: luniverso dei media costituisce il primo areopago del tempo moderno […], che sta unificando lumanità rendendola - come si suol dire un villaggio globale. I media incidono sul pensiero e sullazione, sugli stili di vita e sulla coscienza personale e comunitaria. Per questo possono essere un rischio oppure una ricchezza. Valutare attentamente i rischi è un fattore essenziale perché più crescono le potenzialità dei media più devono essere rafforzate la vigilanza e la capacità critica. Se i media usati correttamente, per un verso costituiscono una risorsa per il singolo, per la società e per lo sviluppo dei popoli, dallaltra segnano anche nuove frontiere tra zone di ricchezza e sacche di povertà.
estratto : La Santa Messa trasmessa dai media (n. 64) Molti momenti della vita liturgica e dellesperienza religiosa sono oggi oggetto di trasmissioni televisive e radiofoniche e vengono diffusi anche attraverso le reti informatiche con grande utilità per lesperienza religiosa di tante persone. Occorre operare «per il continuo perfezionamento contenutistico e tecnico di queste trasmissioni »56. Limpatto e il ruolo dei mezzi della comunicazione sociale vanno valutati con attenzione, soprattutto in presenza di celebrazioni sacramentali, dove risultano fondamentali la sobrietà delle immagini e la pertinenza del commento. Per la natura e le esigenze dellatto sacramentale non è possibile equiparare la partecipazione diretta e reale a quella mediata e virtuale, attraverso gli strumenti della comunicazione sociale. Pur rappresentando una forma assai valida di aiuto nella preghiera, soprattutto per chi è malato o impossibilitato a essere presente, in quanto offre «la possibilità di unirsi ad una Celebrazione eucaristica nel momento in cui essa si svolge in un luogo sacro»57, va evitata ogni equiparazione. Per questo stesso motivo risulta fuorviante trasmettere celebrazioni sacramentali in differita o in modo ripetitivo attraverso i media. Tanto meno si può pensare che le celebrazioni sacramentali possano avvenire tramite i media, come ipotizzato da alcuni per il sacramento della penitenza58. ________ 56 PONTIFICIA COMMISSIONE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI, Communio et progressio, 150. 57 GIOVANNI PAOLO II, Dies Domini, 54. 58 Cf PONTIFICIO CONSIGLIO DELLE COMUNICAZIONI SOCIALI, La Chiesa e Internet, 9.