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Se il web 2.0 e i social network hanno rivoluzionato il mondo della comunicazione, i dispositivi mobile come i palmari, gli smartphone e i tablet delineano scenari nuovi anche per linformazione giornalistica. Da un lato, complice la diffusione delliPad della Apple e delle altre ‘tavolette digitali‘ concorrenti, si assisterà a una graduale metamorfosi nelle modalità di confezionamento delle news, dallaltro a una modifica delle abitudini nella fruizione delle notizie da parte degli utenti. Analisti, guru ed esperti dicono che il 2011 sarà lanno del ‘mash-up‘, termine che deriva dal creolo giamaicano e che letteralmente significa «distruggere». Applicandolo alla ‘cucina‘ giornalistica potrebbe essere ridefinito meglio con il significato di ‘scomporre‘ per poi ricomporre automaticamente. Questa tecnica è già in uso nella postproduzione: fare ‘mash-up‘ indica un tipo di brano musicale composto interamente da parti di altri brani. In ambito audiovisivo, invece, vuol dire un filmato costruito o editato in audio o video con parti di altri filmati. In informatica è un sito di tipo ibrido, cioè uno spazio web che mette insieme in modo dinamico informazioni o contenuti provenienti da più fonti. Un concetto, questo, alla base dei così detti ‘aggregatori‘ ossia siti internet che si richiamano alloramai famoso statunitense «Huffington Post». Grazie allutilizzo di un software o di una applicazione web è possibile raccogliere contenuti come titoli di notiziari, blog, podcast e video in un‘unica piattaforma multimediale dallinterfaccia grafica gradevole e facile da navigare. Gli ‘aggregatori‘ aiutano giornalisti e redattori, ma anche utenti non professionisti che generano contenuti sul web, a pubblicare un sito internet dove convergono numerose informazioni di qualsiasi tipo, e allo stesso tempo forniscono agli utentifruitori la possibilità di crearsi un ‘notiziario personale‘. Il concetto di convergenza cooperativa dei media e dellinformazione su ununica piattaforma multimediale e mobile è una conseguenza del ‘mash-up‘ tra vecchi (giornali, tv e radio) e nuovi media (social network, blog, e-zine) e determinerà la possibilità per la persona-utente di leggere il giornale mentre ascolta la radio o di guarda un Tg e ‘costruirsi‘ nel frattempo una propria rassegna stampa, un personale palinsesto, una play list di film, musiche e fotografie dal proprio dispositivo mobile sempre connesso. Più linnovazione tecnologica inciderà sul modo di confezionare le news, maggiore sarà limpegno del redattore, dellinviato, del corrispondente e del collaboratore a selezionare per i lettori, i telespettatori, i navigatori le notizie nellaffascinante ambiente dellinformazione ‘mixata‘ sul web. Nel 2006 Ryszard Kapuscinski in un articolo dal titolo «Il tessitore di voci», commentando limmediatezza generata dalla rivoluzione elettronica e digitale, avvertiva la necessità di ‘controllare questo desiderio illusorio di trasmettere tutto, anche perché non è né possibile né necessario farlo‘. Una risposta allo pseudogiornalismo fatto di ‘aggregatori‘ e siti web raccoglitori di notizie dagenzia, ma anche a fenomeni tipo Wikileaks. Essere in grado di scegliere individuando lessenza dellevento è la chiave più adatta per spiegare alle persone il senso e il significato delle cose. Per farlo occorre intelligenza, buon senso e responsabilità oltre che etica e rispetto delle buone e vecchie regole del giornalismo. |
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Ultimo aggiornamento di questa pagina: 21-GEN-11
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