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Marche: Don Lasconi, i sacerdoti non si fermino alle lamentele

«I sacerdoti hanno sì una forte preoccupazione della diseducazione operata dai mass-media. Ma si tratta, in buona sostanza, di una preoccupazione di tipo viscerale; sentono, cioè, che c’è una diffusa imposizione di valori negativi ma esprimono la loro contrarietà a livello di lamentala, dimostrando in modo poco accentuato la volontà di assumere e proporre iniziative adeguate». Don Tonino Lasconi, esperto di comunicazione, ‘ammonisce‘ i suoi ‘colleghi‘: «Non basta indicare un programma negativo, occorre chiedersi e capire perché questo programma è negativo, quali sono i programmi negativi e perché per esempio i talk show più diffusi del pomeriggio propongono un calderone superficiale e inattendibile di tutto ciò che accade. È giunto il momento - afferma - di educarsi e di stimolare gli altri a farlo; a partire dai catechisti che devono aiutare soprattutto i giovani a fare un confronto tra le proposte contenute nel Vangelo e quelle propinate dai mass­media. I ragazzi sono molto intelligenti e se li si educa a un uso responsabile dei media essi sapranno sviluppare adeguati anticorpi». E i sacerdoti? «I preti - incalza don Lasconi - sono chiamati a passare dalla preoccupazione e dalla stigmatizzazione a un impegno concreto; non basta più solo allarmarsi, occorre agire e abituarsi a fare un discernimento che non può prescindere da un’adeguata formazione». Genitori e catechisti laici più avanti dei preti, dunque, nella consapevolezza del problema e nella concretezza della reazione?. «La Chiesa in generale - è il parere di don Lasconi - potrebbe fornire sussidi e strumenti ad hoc finalizzati a far crescere la capacità di ‘leggere‘ le veloci trasformazioni che ci investono tutti».


Ultimo aggiornamento di questa pagina: 15-DIC-10
 

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