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Echi dalla lunga distanza: sul palcoscenico le speranze e i drammi dei migranti   versione testuale
Articolo di Luca Insalaco - Palermo

(13 novembre 2015) - Maris sogna di aprire un negozio tutto suo, in modo da portare in Italia la madre che ha dovuto lasciare in patria. Le sue speranze e i suoi desideri si mescolano ai ricordi dolorosi del lungo viaggio che lo ha portato in Europa. La traversata in mare durata otto giorni, trascorsi ad urlare “perché si sperava che, dietro quel buio e dietro quel nulla in tumulto, ci fosse qualcuno. E due donne annegavano. Un uomo urlava, guardava quei corpi, si batteva le mani”.
La storia di Maris e quella di altri ragazzi che hanno attraversato il Mediterraneo per sfuggire alla guerra, alle persecuzioni e alla fame sono al centro di “Echi della lunga distanza”, spettacolo ideato dal regista e narratore iracheno Yousif Latif Jaralla, che andrà in scena il prossimo 3 dicembre al Teatro Biondo di Palermo.
Storie di fughe dolorose, echi della lunga distanza di tanti minori non accompagnati o richiedenti asilo, che nei tre anni del progetto a loro dedicato hanno frequentato le aule della Scuola di Lingua italiana per Stranieri dell’Università di Palermo. Storie recitate da Ama, Amadou, Saikou, Kirolos, Rosemary, Sadikur e Khalifa, altri minori compagni di banco di chi quelle storie le ha raccontate.
“L’Africa salirà sul palco – anticipa il regista Jaralla – e accompagneremo gli spettatori in un viaggio nell'habitat originale, nei paesi di provenienza dei nostri giovani attori e dei protagonisti delle storie. Perché le narrazioni saranno esclusivamente nella lingua madre dei ragazzi”.
Lo spettacolo teatrale inaugurerà l’anno accademico del dottorato in “Studi letterari, filologico-linguistici e storico culturali” del Dipartimento di Scienze Umanistiche di Unipa. Un modo – spiegano i promotori dell’iniziativa – per rimarcare la linea culturale del dottorato e di tutto l’Ateneo, che mira a promuovere un’idea di cittadinanza basata sull’apertura culturale e sull’inclusione linguistica.
“Con lo spettacolo e l’inaugurazione del dottorato, l’Università si apre alla città – commenta il coordinatore del Dottorato, Mari D’Agostino – e sul palco non ci saranno solo i minori: insieme a loro ci sarà un popolo di cinquanta migranti che ascolterà, insieme al pubblico in sala, le storie dei loro figli, fratelli, amici”.
Nel corso della manifestazione, inoltre, saranno consegnati gli attestati Cils (Certificazione di Italiano come lingua straniera) alle donne migranti del progetto Fei “I Saperi dell'Inclusione”, che hanno superato brillantemente l’esame dopo aver seguito i corsi di lingua e cultura italiana della Scuola di lingua italiana per stranieri. Attestati verranno consegnati anche ai minori inseriti nei processi di inclusione linguistica della Scuola.
(Luca Insalaco - Palermo)