Sussidio Avvento 2013 - Per la carità - 5 gennaio - II Domenica di Natale 
5 gennaio - II Domenica di Natale   versione testuale
Intervista ad una ragazza in servizio civile a Reggio Emilia
 
 
Qual è stato il primo impatto nella comunità di donne in cui hai svolto il tuo servizio?
La prima volta che sono entrata nella casa, un anno fa, sono rimasta molto colpita dall’atmosfera familiare e calda. Era proprio come entrare nella casa di qualcuno! Io invece mi aspettavo che si trattasse di una di quelle strutture che di una casa hanno ben poco. Ho desiderato fin da subito di svolgervi il mio anno di servizio civile, e che fortuna esserci riuscita!
Sin dall’inizio io e l’altra ragazza in servizio civile siamo state accolte e accettate nella realtà di casa dalle ragazze. Ovviamente con alcune all’inizio è stato più facile relazionarsi, con altre si è istaurato un rapporto un po’ per volta.
 
Cosa hai imparato dalle donne con cui hai condiviso questa esperienza?
Penso che sia davvero da prendere ad esempio la forza che hanno le donne della casa. Tutte hanno un fardello pesante sulle spalle. Anche se provengono da contesti sociali e culture diverse, ognuna di loro cerca di vivere bene la realtà di casa e si sforza di capire e accettare, seppur con difficoltà, le difficoltà e le complessità delle altre donne. Talvolta si scontrano tra lor e il tutto nasce da incomprensioni sia di natura linguistica che di natura comportamentale. A complicare il tutto ci sono i dolori e i problemi di ognuna di loro. Sono diventate madri da poco, ciò che sto imparando da loro è soprattutto la pazienza con i bimbi molto piccoli e sto imparando anche io come fare a trattarli. Prima mi rendevano nervosa, soprattutto quando piangevano, perché non capivo i loro bisogni e ancora devo imparare certe cose che sicuramente mi serviranno in futuro. Ma sto migliorando…
 
Si sente la differenza tra culture così lontane?
Le ragazze nigeriane mi stanno insegnando che anche se si incontrano delle difficoltà l’importante è provarci, bisogna resistere, riprovarci e andare avanti. Hanno delle storie pesanti e davvero tristi ma loro non si sono arrese e provano con tutte le loro forze a continuare a vivere, nonostante siano in un paese straniero e con un diverso stile di vita. Certe volte vi si conformano, certe altre rivendicano le loro origini e tradizioni. Il fatto di poter vivere in casa un po’ come vivono in Nigeria, mangiando il loro cibo, ecc… le aiuta molto anche a sentirsi meno lontane dalle proprie radici e un po’ meno sole.