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Lampedusa: l'emozione nei ricordi degli "angeli del mare"   versione testuale
Articolo di T. V. Giuseppe Cannarile, Comandante della Capitaneria di Porto, Lampedusa

(25 luglio 2012) - A più di un anno dalla “primavera araba” e dall’emergenza 2011, Lampedusa vive di ricordi. Il tempo li ha solo leggermente sbiaditi, perché ormai indelebili nella mente e nei cuori di tutti. Restano pertanto le emozioni, le memorie di attimi, di episodi che segneranno la vita di quanti, in mare, hanno vissuto esperienze uniche. Molti membri degli equipaggi delle nostre motovedette sovente rivivono le sensazioni dettate dagli sguardi e dalle parole delle migliaia di migranti salvati lo scorso anno.
“Erano impauriti per l’incertezza del loro destino, altri contenti per essere scampati ad una disgrazia, altri speranzosi di poter donare alla propria famiglia un futuro migliore”: sono queste le parole ricorrenti ancora oggi, ricordando quei momenti. Durante i soccorsi si vivevano momenti difficili, dettati dalla freddezza necessaria per il buon esito dell’intervento. Solo una volta in porto, le emozioni avevano il sopravvento, solo ad operazioni concluse, quando si pronunciava l’ormai famosa parola “liberi!”.
Erano diventate operazioni di routine: uscire in mare, soccorrere centinaia di persone alla volta, fare rientro dopo ore ed ore di navigazione ed essere comunque pronti a ripartire dopo breve, alla successiva chiamata di soccorso. Non c’era tempo per pensare, ricordare, l’obiettivo era salvare. Solo ora, dopo tempo, gli equipaggi tirano le somme: 24000 persone salvate in poco più di sei mesi. Persone che senza questi interventi, con molta probabilità non avrebbero avuto un futuro, non avrebbero rivisto i loro affetti più cari. Ed allora ci si rende conto di quanto straordinario sia stato il proprio lavoro. L’atto più bello di ogni uomo nella propria vita è quello di donare speranza al prossimo. Quante vite sono state salvate affinché continuassero il loro percorso di ricerca e speranza per un futuro migliore. Sono queste le riflessioni ricorrenti negli uomini che per mare e per terra hanno vissuto quei momenti e che, ancora oggi, continuano ad essere in allerta affinché nessuna vita venga spezzata dalle onde di un mare non sempre clemente.
(T. V. Giuseppe Cannarile, Comandante della Capitaneria di Porto di Lampedusa)