Sussidio Avvento-Natale 2014 - Giovani - 21 dicembre - IV domenica 
21 dicembre - IV domenica   versione testuale
Qual è la vera grandezza'

In un contesto di grandi potenze economiche e politiche non è semplice comprendere quale sia il vero concetto di grandezza. Se poi si apre il Vangelo e ci si confronta con la vita di Gesù il dilemma si amplifica. Su cosa si fonda la nostra idea di grandezza? Riguarda i beni economici, i titoli, il successo e la carriera? Fondare la propria vita su questo porta sicuramente ad appagare i nostri sensi, ma forse non è tutto. Specialmente se non si raggiunge quanto desiderato si arriva a lottare contro tutti pur di arrivare all’obiettivo. Gli oggetti e le persone diventano strumenti per le personali soddisfazioni. Una esistenza fondata sull’amore e sull’amicizia, una vita vissuta in continuo ringraziamento per tutto ciò che viene donato, un cuore semplice che si stupisce per le meraviglie della natura, fanno comprendere qual è la vera grandezza per la quale vale la pena giocarsi tutto. 
 

#ugualimadiversi
 
Nella periferia di Milano, c’è una scuola popolare creata da padre Eugenio sull’esempio di don Milani, per quei ragazzi e ragazze in difficolta, quelli considerati da tutti ormai ‘persi’. Ma come si può considerare un ragazzo di 12 o 13 anni perso? La scuola apre i battenti un po’ per caso, un’avventura cominciata con 4 ragazzi e un gruppo di volontari. Poi però l’anno di preparazione termina, i quattro ragazzi sostengono l’esame di terza media nel loro consiglio scolastico e lo superano. Da lì nasce un progetto più grande che oggi si chiama I care, ‘mi prendo cura’ e che è un modo per prevenire la dispersione e l’abbandono scolastico.
Raffaele è uno degli educatori di questa scuola. Faceva l’insegnate di scuola media, ma ora ha un compito ben più grande:  ridare modelli nuovi a ragazzi che gli altri considerano persi. Questi ragazzi hanno ognuno una storia scolastica diversa, portano con sé varie bocciature, la loro autostima è ridotta all’osso e sono demotivati e scoraggiati. Arrivano con lacune mostruose, alcuni sono semianalfabeti e hanno un rapporto pessimo con l’istituzione scolastica.
Raffaele sa che hanno bisogno di maggiore cura, di maggiore attenzione. Devi stargli addosso perché solo così ritrovano fiducia in ciò che fanno e dentro ognuno può finalmente scattare quella molla che li fa andare avanti per riscattarsi.
Se a scuola si sentivano esclusi, qui sanno che c’è chi come Raffaele li segue, li coinvolge e, soprattutto, li accetta.
Quando tornano dai loro compagni e insegnanti per l’esame di terza media, lo fanno per dimostrare a tutti, soprattutto agli adulti, che si sbagliavano a giudicarli ‘persi’. Lo dimostrano agli altri, ma anche a sé stessi. Anche i grandi a volte sbagliano. In fondo chi può giudicare la vera grandezza?