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Impegno ecclesiale verso gli albanesi in Italia


Fondazione Migrantes - Servizio Migranti 4/03


ncontro viene sempre a metà strada.8. Perciò vanno prese le distanze da quella frangia che avanza solo pretese, che pensa di essere potente ed invece è prepotente e si pone sulla china di pericolose devianze. Per lo stesso motivo si è per la legalità non solo del soggiorno ma pure dell’ingresso: vanno sfruttate le varie vie che tuttora rimangono aperte di ingresso legale, si può insistere perché vengano ulteriormente allargate, ma ci si deve rendere conto che la presenza illegale in Italia è rischiosa per tutti, mantiene tutta la società in stato di continua emergenza, non favorisce la pace sociale.9. Va favorito inoltre sotto tutti i punti di vista l’associazionismo tra gli albanesi o l’associazionismo misto tra albanesi e italiani; se non si può negare una certa loro tendenza individualistica, ci sono anche segni incoraggianti, sono cioè già in atto esperienze associative che meritano di essere segnalate e moltiplicate.10. E infine si auspica che gli albanesi non voltino le spalle al loro Paese di origine. Il suo riscatto da forme di depressione economica e sociale deve stare a cuore a tutti: sono varie le forme con cui si può contribuire per un suo progressivo sviluppo. Sul piano economico, ad esempio, penso a quei lavoratori albanesi che qui in Italia sono già diventati piccoli imprenditori e che possono spiare il momento in cui la loro impresa può essere trasferita od avere una filiale in Albania. Dal punto di vista ecclesiale penso a coloro che qui in Italia hanno fatto un lungo cammino di fede e di impegno anche apostolico. Un giorno tornati al loro Paese possono dare un efficace contributo alle forze pastorali che là sono già attive e dalle quali ci si attende una rinascita anche cristiana dell’Albania.