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Il significato del “Rapporto Annuale”


Fondazione Migrantes - Servizio Migranti 3/03


IL SIGNIFICATO DEL “RAPPORTO ANNUALE”
UNA CONTINUITÀ IN EVOLUZIONE
di Silvano Ridolfi
Nella apparente ripetitività degli eventi e nella inevitabile aridità delle cifre e dei dati ci sono aspetti e “segni” di novità rilevanti che fermentano e danno nuovo sviluppo al mai stagnante mondo della migrazione ed alla assistenza pastorale al suo servizio.Uno di questi è l’inserimento di 1.600 sacerdoti stranieri nel sistema italiano del sostentamento del clero, inseriti in modo stabile nelle nostre parrocchie. Di costoro qualche decina è dedita a tempo pieno alla pastorale del loro gruppo etnico.Bene ha fatto il CUM (Centro Unitario Missionario), in collaborazione con la Migrantes, a proseguire nella serie di incontri, questa volta con una sessantina di operatori pastorali etnici, per favorire un loro positivo inserimento nella pastorale della Chiesa italiana, non esclusa la pastorale degli immigrati.è infatti auspicabile che nessun sacerdote straniero, inserito nelle parrocchie italiane, si mostri estraneo o di-sinteressato nei confronti dei suoi connazionali, bisognosi di una attenzione pastorale specifica. Lo esige almeno il buon senso pastorale e la solidarietà etnica.Quest’ultimo incontro si è tenuto a Verona dal 28 aprile al 1° maggio 2003, a seguito del Convegno Nazionale di Castelgandolfo del febbraio scorso.è tutta una problematica che fa riflettere sul grande cambiamento culturale ed ecclesiale in un Paese come il nostro, secolarmente segnato dall’esodo di gente e sacerdoti.Ed è anche un richiamo a non dimenticare, tanto più a non trascurare, questa nostra multiforme ed anche ecclesialmente “significativa” presenza all’estero. Ma anche a seguire gli altri aspetti della mobilità - zingari, fieranti e circensi, marittimi e aeroportuali - che in Italia toccano orizzontalmente le varie strutture ed istituzioni ecclesiali, dalle parrocchie ai movimenti.Il Rapporto 2002 è una radiografia della situazione, che talvolta può apparire statica, ma in realtà è dinamica, perché il mutamento è connaturale alla mobilità.C’è soprattutto da chiedersi se la mobilità sociale non sia più veloce della mobilità pastorale e se molte felici osservazioni ed opportune indicazioni emerse in convegni di categoria o di istituzioni non siano rimaste negli ambiti in cui sono maturate senza passare nella operatività pastorale di base.Il Rapporto 2002 si snoda volutamente negli schemi abituali (Chiesa italiana, attività nei vari settori, cronaca, ecc.) per permettere un utile raffronto con gli anni precedenti e con ciò dare anche suggerimenti per ulteriori sviluppi.