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"Donne e famiglia nelle migrazioni" (Convegno di Smirne): Documento finale


Fondazione Migrantes - Servizio Migranti 6/02


Quello di Smirne è il sesto congresso organizzato dal Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee (CCEE) che al suo interno esprime una apposita Commissione per le migrazioni, della quale il nuovo presidente è mons. Louis Pelâtre, vicario apostolico latino di Istanbul. I lavori sono stati aperti dal Presidente del CCEE, mons. Amédée Grab, vescovo di Coira. Complessivamente una quarantina di partecipanti che rappresentavano 17 Chiese nazionali d’Europa. Per l’Italia era presente il presidente della CEMI-Migrantes, il vescovo di Caltanissetta Mons. Alfredo M. Garsia, e il direttore generale della Migrantes, mons. Luigi Petris, oltre che la prof.ssa Ina Siviglia-Sammartino della Facoltà teologica di Sicilia, la cui relazione sugli “atteggiamenti pastorali nella nuova situazione della donna e delle famiglie migranti” è stata molto apprezzata. Tema del convegno: “Donne e famiglie nelle migrazioni”. Densa l’agenda dei lavori, che hanno toccato oltre al problema specifico della donna migrante, gli aspetti generali delle migrazioni odierne in particolare in Europa e la situazione dei cristiani in Turchia. Al vescovo ospitante di Smirne, Mons. Giuseppe Bernardini, non è stato consentito dalle autorità locali di ospitare il convegno nei locali dell’episcopio, a causa del divieto vigente di organizzare riunioni diverse dai consueti atti di culto. Si è perciò ripiegato a svolgere i lavori nell’attiguo albergo, sotto controllo della polizia con l’uso anche di telecamere. Il congresso si è concluso con una visita all’antica Efeso e una solenne concelebrazione eucaristica, presieduta dal vescovo Grab, sulle rovine della Chiesa del Concilio che nel 431 aveva proclamato Maria, Madre di Dio.
Dal 9 al 14 ottobre 2002 si sono incontrati a Smirne (Turchia) i vescovi e i direttori nazionali incaricati per la pastorale delle migrazioni delle Conferenze episcopali europee, per il 6° congresso sul tema “Donne e famiglie nelle migrazioni”. I lavori sono stati aperti dal presidente del CCEE, Mons Amédée Grab, vescovo di Coira, e coordinati dal vescovo Mons. Louis Pelâtre, vicario apostolico di Istanbul.Il congresso si è tenuto a Smirne, su invito del vescovo locale Mons. Giuseppe Bernardini, sia perché i turchi costituiscono oggi in Europa il gruppo più numeroso di migranti, sia perché la Chiesa in Turchia ha un’esperienza secolare nella convivenza con i musulmani. Vi è stata inoltre l’opportunità particolare per i partecipanti di lavorare per una giornata con alcuni professori dell’Università di Smirne.La migrazione globale è un segno che contraddistingue il nostro tempo: non è solo espressione di un’economia che si estende a livello globale o di uno sviluppo che cresce abbattendo le frontiere, ma è sempre più spesso espressione di incapacità politica e di insicurezza sociale sia nei paesi di origine che nei paesi meta di emigrazione. La migrazione determina non soltanto i rapporti interpersonali all’interno della famiglia e delle comunità statali, ma ha conseguenze anche negli ambiti della politica, dell’economia e della vita civile e sociale.Negli ultimi 20 anni, si è osservato nella migrazione globale un cambiamento significativo. In particolare si è modificata la migrazione delle donne. Sempre più donne lasciano la loro patria per trovare nell’emigrazione il proprio sostentamento e per contribuire al sostentamento delle proprie famiglie, o per trovare nuove prospettive di vita all’estero o per cercare sicurezza e rifugio da persecuzioni. Aumenta il numero delle donne che scelgono questo percorso anche con una nuova consapevolezza; esse intraprendono questo cammino indipendenti dalle loro famiglie, dai mariti o compagni di vita o dai loro genitori. Le donne vivono in situazioni molto diversificate: ci sono mogli “ricongiunte”, ci sono “lavoratrici temporali” in alcuni ambiti di lavoro tipicamente femminili, ci sono donne della seconda e della terza generazione, rifugiate e, in cifre che purtroppo aumentano, donne “comprate” attraverso il traffico delle donne. Molte finiscono in circuiti di prostituzione forzata. Questo nuovo volto della migrazione porta con sé nuove sfide.Il congresso ha messo in luce, tra gli altri, i seguenti aspetti:° Per una valutazione corretta della problematica, requisito indispensabile è la conoscenza della situazione locale. Il ruolo della donna e della famiglia assumono in questo contesto un significato sempre più importante.° Il ruolo della donna e della famiglia, a motivo della loro interdipendenza sociale, costituiscono una risorsa decisiva per la comprensione della migrazione e per il successo dell’integrazione.° La religione è un fattore essenziale nella costituzione dell’identità del migrante. L’Islam è più che un insegnamento: esso influenza l’intero sistema sociale e l’individuo diventa musulmano attraverso l’appartenenza ad una società islamica. Il fenomeno della migrazione è spesso valutato in modo pessimistico perché emergono spesso le esperienze negative. Uno sguardo attento può cogliere che:- le esperienze in cui la convivenza si realizza positivamente sono molte, addirittura in numero prevalente.- Le donne e le famiglie apportano un contributo incalcolabile nel processo della migrazione e della convivenza. Questo aspetto spesso non viene riconosciuto, perché attraverso le donne e le famiglie i processi di inserimento nella comunità spesso avvengono in modo non convenzionale e diversamente da quanto programmato o previsto.Da ciò derivano nuove sfide per la pastorale dei migranti:- La Chiesa, che è Chiesa Universale, in cui vivono persone di diverse provenienza, lingua e cultura, offre il proprio servizio come mediatrice tra gli uomini e le culture. - Il processo di inserimento funziona solo quando le donne e gli uomini immigrati non sono solo oggetto di pastorale ma condividono la responsabilità per la pastorale.- La diversità va considerata come ricchezza e segno della cattolicità. La pastorale dei migranti e la solidarietà con essi non è solo compito di alcuni specialisti, ma appartiene alla missione dell’intera Chiesa nel suo impegno per la giustizia e la pace.- La corresponsabilità dei laici (a tempo pieno, part time, o volontario) è una necessità per il futuro della Chiesa nella società europea. I laici devono essere incoraggiati e preparati per questo impegno.I partecipanti al congresso hanno espresso le seguenti raccomandazioni:1. Nello spirito del Vangelo siamo interessati alla vita delle persone e all’incontro aperto con loro, a prescindere dalla cultura, lingua o religione a cui appartengono.2. La Chiesa ribadisce con fermezza la necessità del rispetto della dignità delle persone, in particolare delle donne e dei bambini. Essa chiede il rispetto dei diritti della persona e offre la propria voce per coloro che non hanno voce.3. Proprio nell’ambito delle donne e delle famiglie, le religiose e le consacrate possono assumere un importante ruolo di mediazione.4. La migrazione deve diventare una dimensione trasversale in tutte le discipline della formazione teologica.La migrazione significa cambiamento e movimento. Essa è sfida e possibilità, non solo per il migrante e la sua famiglia, ma anche per le comunità ecclesiali dei paesi di partenza e di arrivo.Smirne, 13 ottobre 2002