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Alcuni dati aggiornati sull'immigrazione (in Italia)


Fondazione Migrantes - Servizio Migranti 5/01


-Presso il Ministero dellŽInterno allŽinizio dellŽanno 2001 erano registrati 1.338.153 permessi di soggiorno: in questa cifra non vi sono inclusi gli stranieri regolarmente presenti ma con permesso di soggiorno non ancora registrato alla fine dello scorso anno né la maggior parte dei minori al di sotto dei 14 anni. Perciò il dato fornito dal Ministero va maggiorato di circa il 21%, portando così il numero complessivo di stranieri regolari su 1.700.000, pari al 2,9% sui 57.700.000 residenti in Italia. Di questi stranieri 151.000 sono comunitari, e circa 100.000 da altri Paesi ad alto sviluppo economico; dunque gli "extracomunitari" dei Paesi in via di sviluppo sono circa 1.450.000.Come motivo di soggiorno per 850.000 è il lavoro, per 354.000 il ricongiungimento familiare, che per gli adulti dà la possibilità di inserirsi nel mercato del lavoro. Queste due categorie costituiscono il 90% della popolazione straniera e dicono la propensione per una immigrazione stabile. La presenza di 55.000 stranieri per motivi religiosi o di culto, equivalente a circa il 3% del totale, è un fatto specifico dellŽItalia, non riscontrabile in misura così alta in altri Paesi. Naturalmente per avere il numero effettivo di stranieri vanno aggiunti gli irregolari, il cui numero non è quantificabile, ma solitamente va ipotizzato fra i 200.000 e 300.000; assolutamente infondata e probabilmente tendenziosa è la cifra di un milione, avanzata anche da personalità governative.La provenienza geografica è influenzata dalla peculiare posizione geografica dellŽItalia, che si protende nel Mediterraneo: comunque gli stranieri per il 40% sono europei (per il 25% dellŽEuropa dellŽEst), per il 30% africani, per il 20% asiatici e per il 10% americani. Le nazioni maggiormente rappresentate sono (secondo i dati del Ministero che vanno maggiorati): Marocco 159.000, Albania, 142.000, Romania 68.000, Filippine 65.000, Cina 60.000, Usa 47.000, Tunisia 45.000, Jugoslavia 40.000, Senegal 38.000, Germania 37.000. La presenza straniera regolare si sposta sempre più verso il Nord o Centro Nord dove ci sono maggiori possibilità di inserimento lavorativo. Al Nord il 55% (di cui il 23% nel Triveneto), il 30% al Centro, il 15% al Sud e Isole. Primeggiano per presenza straniera: Lombardia (308.000), Lazio (245.000), Veneto (139.000), Toscana 115.000, Emilia Romagna 113.000, Piemonte 83.000, Campania 68.000, Sicilia 50.000, Puglia 35.000. Tra le Provincie sono prime in graduatoria: Roma (222.000), Milano (174.000), Torino (48.000), Napoli (44.000), Firenze (42.000) Brescia (38.000), Vicenza (37.000), Verona (31.000), Bologna (30.000), Treviso (29.000), Bergamo (26.000), Genova (21.000). I dati riportati sono quelli del Ministero dellŽInterno non maggiorati.Alcune annotazioni per una più obiettiva lettura del fenomeno1. Si va verso una sempre più consistente stabilizzazione del fenomeno alla quale dovrebbe corrispondere un sempre maggiore impegno inteso a favorire lŽeffettivo processo di integrazione mediante interventi di seconda accoglienza, senza trascurare la prima.2. Va sottolineato che il flusso migratorio verso lŽItalia, più che verso altri Paesi europei, è connotato da un certo policentrismo, ossia da una grande varietà di nazionalità fra gli immigrati; un fattore che facilmente comporta più vantaggi che difficoltà dal punto di vista del pacifico rapporto tra italiani e stranieri. Va pure osservato che la crescente percentuale di immigrati dallŽEst europeo e un certo orientamento che si fa strada di privilegiare nei flussi di ingresso i discendenti di italiani, particolarmente dellŽAmerica Latina, avranno come conseguenza, senza adottare particolari politiche discriminatorie a tal riguardo, una contrazione in numero assoluto e in percentuale dellŽimmigrazione dal bacino mediterraneo, unŽarea a prevalenza musulmana.3. Pur registrandosi un lento aumento della presenza femminile, rimane un forte squilibrio tra i sessi che non risulta tanto dalla cifra complessiva di maschi (53%) e femmine (47%), quanto dalla forte sproporzione al di dentro di alcune etnie; ad esempio le donne filippine continuano ad essere due terzi, i maschi un terzo; tra i senegalesi i maschi continuano ad essere oltre il 90%. Il ridimensionamento di questo squilibrio avverrà soprattutto grazie ai ricongiungimenti familiari che negli ultimi tre anni sono saliti vertiginosamente da 45.000 a 55.000, a 73.000.4. I minori sono sui 300.000, più della metà inseriti nelle scuole materne, nelle elementari e medie.Tuttavia gli immigrati coniugati che hanno presso di sé la prole sono ancora una scarsa minoranza (meno del 15%), per cui lŽunità familiare continuerà ad essere problema prioritario. Comincia ad essere consistente il numero dei bambini nati da entrambi i genitori stranieri (oltre 20.000), mentre quelli da coppie miste italiani-stranieri sono sui 10.000.5. Altro elemento di stabilizzazione sta nel fatto che ormai il 90% dei soggiornanti ha chiesto e ottenuto la residenza in un comune dŽItalia, anche se la mobilità lavorativa induce spesso a cambiare anche la residenza. Questa stabilizzazione potrebbe fare un salto qualitativo se vengono rimossi ostacoli e remore alla concessione della carta di soggiorno, alla quale più di mezzo milione di extracomunitari ha pieno titolo.6. Gli immigrati stanno dimostrando di essere in grado di aiutare anche i parenti che sono in patria, accreditandosi così come veri e propri mediatori per lo sviluppo del loro Paese di origine: le rimesse spedite attraverso i canali regolari hanno già superato i 1000 miliardi.7. Non occorre spendere parole sul fatto che lo sviluppo economico dellŽItalia coniugato con la scarsa natalità e il processo di invecchiamento rendono sempre più lŽimmigrazione non solo utile ma necessaria. Se la migrazione è un favore, i primi beneficati non sono gli stranieri ma gli italiani.