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Figli dell'Italia e figli dell'immigrazione: la rete G2 sveglia il paese (P.B. Vivanco)


Fondazione Migrantes - Servizio Migranti 4/09


“Siamo figli di questa società, qui siamo cresciuti nel bene e nel male cambiando spesso anche inconsapevolmente la fisionomia delle città italiane, le nostre città. E se il Paese fa fatica a riconoscerci come una parte sempre più significativa del proprio presente e futuro, facendo finta che siamo appena arrivati o non permettendoci pari diritti, ci penserà la nostra generazione ad aprire gli occhi a tutti”. A dirlo sono i ragazzi e le ragazze della Rete G2 - Seconde Generazioni, organizzazione nazionale di figli dell’immigrazione la cui sigla si riferisce a “figli di immigrati o discendenti dell’immigrazione” e non a “immigrati”. “Perché - spiega la G2 Maya Llaguno Ciani, una delle fondatrici della Rete - i nati in Italia non hanno compiuto alcuna migrazione, e chi è nato all’estero ma cresciuto in Italia non è emigrato volontariamente, ma è stato portato qui da genitori o altri parenti”.

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