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Rom e Sinti


Fondazione Migrantes - Servizio Migranti 3/09


Situazione sociale
Durante l’anno 2008 la realtà dei Rom e Sinti in Italia è stata spesso sotto i riflettori dell’opinione pubblica e il più delle volte per sottolineare situazioni negative, pretestuose, frutto di pregiudizi, intolleranza ed anche per motivi politici.
La cosiddetta “invasione dei romeni” ha portato alla confusione nel ritenere che “romeno” equivalesse a Rom (zingaro). Ne è prova che il “problema sicurezza” abbia concentrato tutta l’attenzione sul “pericolo nomadi” creando nell’opinione pubblica la convinzione che l’insicurezza dipende dalla presenza dei Rom in Italia, presenza irrilevante che corrisponde allo 0,2% della popolazione italiana.
Tale clima di paura ha favorito la necessità di leggi e provvedimenti che ci ricordano tempi passati da dimenticare: censimento dei campi nomadi, patti di legalità, impronte digitali soprattutto ai bambini. Le “paure”, risultate infondate, sono pertanto rientrate grazie all’intervento di tante persone e associazioni.
L’insufficiente conoscenza del popolo Rom e Sinto continua comunque ad alimentare pregiudizi che ostacolano un giusto e sereno rapporto con questa popolazione nomade. Al riguardo l’Istituto di ricerca IPSO di Renato Mannheimer, in uno studio commissionato dal Ministero dell’Interno del precedente Governo, evidenzia appunto una profonda ignoranza delle minoranza Rom e Sinta da parte degli italiani.
Il 35% degli italiani infatti sovrastima il dato dei 130-150 mila Rom presenti in Italia: oltre il 50% ritiene che nessuno di questi sia cittadino italiano, mentre l’84% pensa, erroneamente, che i Rom siano soprattutto nomadi. Inoltre il 73% degli intervistati ritiene che i Rom e Sinti siano un popolo omogeneo per cultura, lingua e provenienza. Questa ignoranza che crea paura, pregiudizi, a volte intolleranza, non esime neppure le nostre comunità cristiane che potrebbero ricredersi facilmente se venissero aiutate a riscoprire e rendere attuale lo spirito evangelico dell’accoglienza.

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