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Tempo invertito: Fieranti e Circensi (L.Cantini)


Fondazione Migrantes - Servizio Migranti 4/08


 

La dimensione del tempo che tutti viviamo è legata al ritmo settimanale: sei giorni di lavoro ed uno di riposo. Purtroppo questo ritmo è stato alterato in tantissime situazioni e per una molteplicità di persone. Lo stesso l’alternarsi del giorno, come tempo dell’attività, e della notte, come tempo del recupero, è ormai riservato a pochi.

Se il tempo ha la caratteristica di scorrere sempre uguale, secondo i criteri della fisica così ben interpretati dal ritmo degli orologi, la comprensione umana del tempo cambia secondo le proprie situazioni e ritmi “altri”.

Il filosofo francese Henri Bergson, attribuisce grande importanza agli stati di coscienza piuttosto che al tempo spazializzato della fisica. Per Bergson il tempo concretamente vissuto è una durata “reale” che dipende dallo stato psichico presente di ogni persona che porta con sé quanto le proviene attraverso la memoria e dalla novità del momento. Dunque c’è una continua evoluzione della concezione del tempo, un movimento che fa parte del vissuto.

Una specifica dimensione temporale

Stando a stretto contatto con le famiglie dei fieranti e circensi ci è possibile tentare una comprensione ed una analisi della dimensione temporale di questo popolo in continuo movimento. Dobbiamo però tener conto che il movimento di questa Gente è peculiarmente diverso dal movimento e dal viaggiare come ormai si è inesorabilmente radicato nella società di oggi. Il continuo muoversi degli uomini d’oggi sembra renderli apparentemente tutti simili anche se con mete diverse, con scopi diversi, ma tutti mossi dal bisogno frenetico di andare e venire, sempre più di corsa fino all’ingorgo e al blocco reciproco ma sempre più convinti che la vita sia impossibile senza muoversi.

Ma soffermiamoci sul viaggiare dei fieranti e circensi, un viaggiare diverso, sconosciuto, difficilmente riconoscibile come tale dalla realtà che li circonda, ma che ha una sua propria dimensione. Tutta la famiglia si sposta da un luogo all’altro senza pensare a ritornarvi perché semplicemente non avviene. Il luogo di residenza è quello in cui ci si trova, però senza radici, un luogo provvisorio con le caratteristiche della stabilità, ma è tale solo per il tempo necessario perché tutto continua nella sosta seguente. Questa immagine ci aiuta a comprendere, almeno in parte, la sensazione che i fieranti ed i circensi hanno dello spazio e del tempo.

Il loro tempo è modulato:

- sulla dimensione del viaggio, dunque in stretta relazione con lo spazio;

- sulla dimensione del lavoro, dunque in stretta relazione con il tempo libero altrui;

- sulla dimensione della stagionalità ed in stretta relazione con la meteorologia ed il tempo atmosferico.

La dimensione del viaggio

Viaggiare non significa soltanto spostarsi da un posto all’altro, ma ben più: organizzare lo smontaggio, il trasferimento e il montaggio di tutta l’attrezzatura necessaria, ma anche alla famiglia con tutte le sue necessità, una volta arrivati nella nuova piazza, è richiesto un adattamento alla situazione nuova che si è venuta a creare. Nel caso del Luna Park gli spostamenti sono legati ad un ciclo annuale di fiere ed ogni anno nel medesimo periodo si torna allo stesso posto; ma ogni volta il gruppo di famiglie che si forma è nuovo e la tipologia delle relazioni cambia di piazza in piazza.

Non sempre gli arrivi e le partenze sono sincronizzate e così si richiede un certo adattamento nelle fasi di montaggio e smontaggio delle attrazioni e ritmi di tempo diverso. Nel Circo è la stessa comunità che si sposta e alcuni ritmi sono ormai divenuti abitudinari; cambia invece la località di arrivo, la lunghezza del viaggio, l’adattamento alla nuova situazione per le necessità della vita familiare, dalla scuola dei figli ai negozi per fare la spesa.

Il tempo del viaggio è un tempo vissuto in modo del tutto particolare presi da una certa frenesia del far presto, nel contrasto dei lavori affidati alle donne e quelli degli uomini, nell’attesa degli “imprevisti” che sono sempre dietro l’angolo. E il tempo del “non luogo” specie quando il viaggio è più lungo e parte del materiale e delle persone sono ancora nella piazza di partenza e parte sono già arrivate.

La dimensione del lavoro

Finito di viaggiare, inizia il tempo del lavoro. E come tutti i lavori che riguardano il divertimento e lo spettacolo, il tempo è vissuto “rovesciato”: si riposa quando gli altri lavorano e si lavora nel tempo libero degli altri. Ma c’è un’altra componente che riguarda il tempo del lavoro dei circensi ed è quello degli animali che vivono un proprio ritmo, così il tempo del lavoro è cadenzato dalle necessità della vita familiare, dello spettacolo e degli animali. Questa complessità di rapporto tra diversi tempi vissuti in contemporanea fa sì che si passi rapidamente da ritmi completamente concitati a ritmi totalmente rilassati.

C’è una fase intermedia che riguarda la preparazione dello spettacolo e l’attesa delle persone: truccarsi, cambiarsi d’abito, dare l’ultima spolverata alle attrezzature assume le caratteristiche, nell’azione, di grande rilassatezza, ma nell’animo c’è una sorta di frenesia ed ansietà che traspare dalle piccole cose.

Questo modo di vivere i diversi ritmi del tempo incide profondamente non solo nell’organizzazione della vita, questo è logico, ma anche nella considerazione e nella comprensione del “valore tempo”.

La dimensione della stagionalità

C’è un altro aspetto che incide in modo sostanziale sulla valutazione e valorizzazione del tempo ed è la stagionalità e la meteorologia. E una ovvietà immaginare che nel tempo di pioggia ci siano maggiori difficoltà per chi vive in una roulotte ed in spazi ristretti, rispetto a chi vive in una casa di muratura, per chi passa dall’asfalto della strada alle mattonelle del pavimento, piuttosto che essere costretti al fango che si forma tra una carovana e l’altra. La pioggia però, oltre a complicare la gestione della vita familiare, diventa un ostacolo non indifferente al lavoro: quando piove, i mestieri del luna park rimangono chiusi e gli spettatori del circo calano in maniera vertiginosa. Se poi piove il sabato e la domenica, giorni in cui l’affluenza è maggiore tanto da essere l’unico guadagno della settimana, questo significa che si è perso una settimana di lavoro.

Il vento, con la sua forza, ha la caratteristica di mettere in pericolo le strutture. Quando c’è vento occorre mettere in sicurezza tutti gli impianti e spesso per il circo significa smontare il tendone, gli animali sono più inquieti del solito ed è necessaria una maggiore presenza dell’addestratore che rassicuri e li tenga tranquilli, le roulotte ballano e cigolano come non mai. Tutto questo mette un’inquietudine addosso per cui il significato e la valutazione del tempo si altera completamente, il tempo scorre troppo lentamente e l’ansia cresce finché tutto non sia finito.

Sant’Agostino si chiedeva: “Che cos’è dunque il tempo?”. E si rispondeva: “Se nessuno me lo chiede, lo so; se voglio spiegarlo a chi me lo chiede, non lo so più”.

Queste brevi note sono proprio un tentativo di non risposta alla questione che è stata posta.